Il colpo messo a segno il 27 novembre: uno si finge cliente, l’altro resta in macchina. Con una scusa riescono ad attirare il gioielliere fuori dal negozio entrando poi in azione e sotto la minaccia di una pistola a porta via tutto l’oro esposto. Preziosa la testimonianza di un passante. Oggi l’arresto
Un finto cliente, che già si era presentato nei giorni precedenti al fine di guadagnare la fiducia del titolare della gioielleria, lo scorso 27 novembre entra all’interno del negozio e con naturalezza si dirige verso il proprietario e col pretesto di dovere prelevare delle scatole dal veicolo che aveva parcheggiato poco distante, lo induce ad aprire la porta blindata facendo entrare il complice, travisato ed armato di una pistola. Sotto la minaccia dell’arma, i due si impossessano di tutto l’oro esposto dileguandosi velocemente a bordo di auto alla cui guida vi era un terzo complice. Ignari di essere stati immortalati dal sistema di videosorveglianza comunale.
Un passante che aveva assistito alla scena, riferiva agli inquirenti il modello dell’auto su cui i rapinatori erano fuggiti. Da qui in poi, una costante attività investigativa posta in essere dai predetti Carabinieri, consentiva dapprima di individuare l’auto, grazie al sistema di videosorveglianza, ai testimoni, l’analisi del traffico telefonico e la visione di altre telecamere cittadine, consentivano di chiudere il cerchio. Inoltre, lo scorso 10 gennaio 2025, i Carabinieri, in esecuzione ad un provvedimento emesso dalla Autorità Giudiziaria di Pescara, avevano già dato corso a perquisizioni domiciliari proprio a carico dei soggetti ritenuti responsabili della rapina alla gioielleria. In quella circostanza, i militari avevano trovato a casa di uno degli indagati gli indumenti utilizzati nel corso della rapina e, nell’appartamento di un altro indagato, un ordigno tipo “molotov” costituito da una bottiglia contenente liquido infiammabile, sigillata con nastro adesivo cui era attaccato un grosso petardo dotato di una miccia.
In quell’occasione, l’uomo trovato in possesso dell’ordigno esplosivo le cui finalità sono, allo stato, al vaglio degli inquirenti, era stato arrestato in flagranza di reato per possesso di materiale esplodente. I due arrestati, tradotti presso la Casa Circondariale di Pescara così come disposto dall’Autorità Giudiziaria, fatta salva la loro presunzione di innocenza fino a sentenza di condanna definitiva, dovranno rispondere del reato di rapina aggravata in concorso.