Castellalto, infortunio alla U.Form: scatta lo sciopero

Prima l’infortunio, poi l’assemblea straordinaria e infine lo sciopero. Alla U.Form di Castellalto i lavoratori si fermano due ore

Alla U.Form, azienda metalmeccanica con circa 120 dipendenti, i lavoratori hanno deciso di fermarsi per due ore in ciascun turno, in segno di solidarietà con il collega rimasto ferito mercoledì sera, 24 settembre, e per chiedere più tutele e maggiore sicurezza sul posto di lavoro.

L’incidente, che solo per un soffio non si è trasformato in tragedia, ha visto protagonista un giovane lavoratore precario: il guanto che indossava è rimasto impigliato in un nastro trasportatore e soltanto il pronto intervento di un collega, che è riuscito a bloccare la macchina in tempo, ha evitato il peggio.

Arrivato al Pronto soccorso, al ragazzo sono state riscontrate contusioni alla spalla e alla mano, fortunatamente di lieve entità. L’episodio ha però riacceso le preoccupazioni in fabbrica, portando alla convocazione immediata di un’assemblea sindacale durante la quale sono emerse criticità legate non solo alle condizioni di sicurezza, ma anche alla diffusa precarietà contrattuale.

«La priorità è la sicurezza dei lavoratori – ha dichiarato Natascia Innamorati della Fiom Cgil –. Quanto accaduto dimostra che non esistono margini di superficialità: servono interventi concreti e immediati. Ma la sicurezza non può essere disgiunta dal tema del precariato, che va contrastato. Chiediamo la stabilizzazione dei lavoratori interinali e misure efficaci a tutela di tutti».

Secondo i sindacati, infatti, il ricorso a contratti a termine e interinali riguarda circa il 20% delle aziende metalmeccaniche della provincia di Teramo, “anche laddove sarebbe possibile ricorrere a rapporti stabili”. La mobilitazione dei dipendenti U.Form, sostenuta dai sindacati, potrebbe non fermarsi qui: i lavoratori non escludono la possibilità di proseguire lo sciopero se non arriveranno segnali chiari dall’azienda.

A seguito del grave incidente alla U.Form, nella zona industriale “Valle del Tubo” di Villa Zaccheo, anche la UILM di Teramo interviene con fermezza denunciando pubblicamente le criticità emerse.

«Non si è trattato di una fatalità – dichiara Valerio Camplone, Coordinatore UILM Teramo – ma della conseguenza di scelte aziendali e di mancate segnalazioni che hanno esposto i lavoratori a un rischio enorme. Se si dovesse accertare che il nastro sia stato modificato con uno più corto e non idoneo, sarebbe l’ennesima dimostrazione di come la logica del profitto possa prevalere sulla tutela della vita».

La UILM sottolinea come la condizione contrattuale dei lavoratori coinvolti aggravi ulteriormente il quadro: precarietà, assenza di formazione concreta e timore di denunciare le irregolarità sono elementi che mettono a rischio la sicurezza nei luoghi di lavoro.

«Si gioca sulla pelle dei più deboli – prosegue Camplone – di chi entra in azienda senza garanzie e spesso senza un addestramento reale. La formazione non può ridursi a una manciata di slide: serve un percorso pratico, che metta ogni lavoratore in condizione di difendersi dai rischi».

La UILM di Teramo chiede l’apertura immediata di un confronto serio con l’azienda, affinché siano accertate le responsabilità e adottate misure concrete per evitare il ripetersi di simili episodi.

«Sulla salute e sulla sicurezza non ci possono essere sconti – conclude Camplone – il lavoro sano è fatto di tutele vere e condizioni dignitose. Chi lavora non può essere esposto a precarietà e pericoli».