Carcere Pescara: “E’ dal 2021 che ne chiedo lo spostamento”, Masci insiste

“Quanto accaduto nei giorni scorsi nel carcere di Pescara riaccende i riflettori in maniera preoccupante sulla casa circondariale, da tempo alle prese con problemi irrisolti che meritano la massima attenzione istituzionale. Il suicidio di un giovane detenuto e una violenta rivolta negli spazi del carcere del capoluogo adriatico, mi spingono a sollecitare al Governo un intervento ormai improcrastinabile: il suo spostamento altrove”. Così il sindaco Masci

Al Tg8 il primo cittadino ribadisce quello che da tempo è un suo parere e che ad oggi sembra l’unica urgente soluzione. “Come ho già fatto negli anni passati, torno a chiedere al ministero della Giustizia e all’Agenzia del Demanio la delocalizzazione della casa circondariale di Pescara. I recenti episodi hanno messo ancora una volta in luce il profondo malessere che vivono quotidianamente i reclusi e il personale della polizia penitenziaria, un disagio che appare inconcepibile soprattutto perché si protrae da tempo immemore, con allarmi costanti e ripetuti fino allo sfinimento dai rappresentanti dei lavoratori, mai affrontati alla radice. I problemi del carcere locale, da quelli strutturali a quelli legati alla carenza di personale, vanificano o comunque mettono pesantemente a rischio la funzione del carcere stesso, che deve sempre mirare alla rieducazione e al reinserimento sociale, e rendono impossibile il lavoro della polizia penitenziaria”.

“Era il mese di gennaio 2021 quando ho formulato la mia prima richiesta di delocalizzazione del carcere, mettendo in evidenza l’opportunità di pensare a un sito alternativo, trattandosi di un evidente detrattore ambientale in una città che si va trasformando e riqualificando sempre più e che ora guarda anche alla fusione con i comuni di Montesilvano e Spoltore. E questo processo di rinnovamento ci impone di avere uno sguardo sempre più globale che affronti nodi rimasti troppo a lungo insoluti.
Nelle missive dell’epoca, indirizzate al sottosegretario, al ministero e all’Agenzia del demanio, parlavo anche dell’obiettivo virtuoso di promuovere la realizzazione di moderne strutture carcerarie da collocare nel più ampio territorio provinciale o comunque in zone meno antropizzate, implementando i servizi penitenziari. Oggi, a distanza di anni, con la medesima convinzione di allora, torno a lanciare lo stesso identico appello aggiungendo che non c’è tempo da perdere, che una soluzione va cercata e attuata, e che bisogna muoversi all’unisono, dal Governo fino al livello istituzionale locale, per marciare insieme e con convinzione verso la soluzione di un problema che non può più essere rinviato”.

“La filiera che parte dal Comune di Pescara, passa per la Regione Abruzzo e arriva in Parlamento e al Governo è  stata, negli ultimi anni, foriera di risposte per il territorio e il mio auspicio è che l’esito sia lo stesso anche per quanto attiene alle istanze sul carcere pescarese”.

Barbara Orsini: