Carabiniere accusato di concussione, la sentenza a giugno

Conclusa a Teramo l’istruttoria del processo a carico di un carabiniere, oggi sospeso dal servizio e accusato di concussione, all’epoca dei fatti in servizio al nucleo radiomobile dei Carabinieri di Teramo.

Secondo la Procura, titolare del fascicolo il pm Luca Sciarretta, il militare approfittando del suo ruolo, in più occasioni, si sarebbe fatto consegnare da alcuni commercianti generi alimentari, occhiali e un casco da motociclista gratis o a prezzi stracciati. A fare scattare le indagini, alcuni anni fa, erano state le denunce delle stesse vittime. Stamani, sul banco dei testimoni sono saliti gli ultimi due testi dell’accusa e gli ultimi quattro della difesa, tra cui un parente del titolare del negozio di moto dal quale l’imputato avrebbe portato via un casco e un paio di guanti pagando meno del dovuto. L’uomo, nel corso della sua testimonianza (per la quale il pm Luca Sciarretta ha chiesto il rinvio degli atti alla Procura per valutare eventuali notizie di reato) ha sostenuto che il commerciante gli avrebbe raccontato di aver sottoscritto dichiarazioni non veritiere. Il teste ha raccontato di aver appreso della vicenda dai giornali e di aver voluto approfondire parlando con il suo parente in quanto conosceva il militare finito a processo come persona “integerrima”.

“Mi disse che l’imputato era andato nella sua officina per comprare un casco da moto e che aveva regolarmente pagato – ha detto il testimone in aula – E che successivamente era stato chiamato dai Carabinieri che gli avevano fatto firmare un verbale non consono a quello che aveva dichiarato. Mi disse anche che era rammaricato di aver firmato un documento non vero e che si era sentito intimorito e che sperava di non beccarsi una denuncia per falsa testimonianza. Quando gli ho chiesto perché aveva firmato un documento non vero mi ha detto che non ci aveva capito più niente”.

Dopo l’audizione dei testi il processo è stato rinviato a giugno per la discussione.