Capaci: oggi a Chieti la teca con i resti della “Quarto Savona 15”

Nella settimana del trentennale della strage di Capaci esposta oggi a Chieti la teca che custodisce i resti della Fiat Croma su cui viaggiavano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone, la “Quarto Savona 15” ovvero la sigla attribuita all’auto, all’epoca, per i collegamenti radio con la Sala Operativa della Polizia di Stato

La teca sarà in piazza Vico dalle ore 10.30 alle 19. Il programma della giornata, organizzata dal questore di Chieti Francesco De Cicco, d’intesa con il “Premio nazionale Paolo Borsellino” e con il contributo del prefetto di Chieti, Armando Forgione, e del sindaco Diego Ferrara, prevede alle ore 10.30 lo scoprimento della teca della “Quarto Savona 15” e la successiva benedizione da parte dell’arcivescovo di Chieti Vasto, Bruno Forte.

“L’evento intende richiamare alla memoria di tutti il tragico evento di Capaci coinvolgendo soprattutto gli studenti degli Istituti Superiori con l’obiettivo di alimentare nei giovani interesse critico e voglia di maggiore conoscenze delle vicende che hanno caratterizzato la storia contemporanea del nostro Paese, al fine di intraprendere un percorso di riflessione sugli Eroi che hanno sacrificato la propria vita al servizio delle istituzioni” si legge in una nota della Questura di Chieti. Su questo tema sarà incentrata la tavola rotonda a cui prenderanno parte il prefetto Luigi Savina, il questore Francesco De Cicco, il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giuseppe Falasca, don Aniello Manganiello, sacerdote attivo nel quartiere di Scampia a Napoli, Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, capo scorta del giudice Giovanni Falcone, e la professoressa Gilda Pescara. Lo stesso giorno sotto i portici verrà allestita una mostra dei lavori realizzati da studenti di Chieti e Provincia organizzata dal Presidio di Libera, rappresentato da Gilda Pescara, nel progetto “Segni Narranti” che la Rete di scuole ha realizzato nell’anno scolastico in corso in memoria delle vittime innocenti delle mafie.

 

Fabio Lussoso: