Pizzoli, Banca Etruria. I risparmiatori: “Non siamo speculatori”

Pronti a denunciare chiunque li definisca ancora “speculatori”. I risparmiatori della Banca Etruria di Pizzoli, uno dei Comuni che conta in Italia il numero più alto di beffati dal cosiddetto decreto “Salva banche” approvato dal Governo nel novembre scorso per salvare dal default oltre a Banca Etruria anche Banca Marche, Carichieti e Cariferrara, tornano a ribadire la loro delusione per la disparità di trattamento perpetrato dal Governo tra il caso delle quattro banche fallite e la crisi del Monte dei Paschi di Siena.

“Noi trattati come speculatori – dicono i cittadini del Comitato di Pizzoli – e invece siamo soltanto risparmiatori ingenui”. A un mese esatto dall’occupazione della filiale di Pizzoli, durante la quale una trentina di clienti beffati chiesero di poter parlare con Roberto Nicastro, presidente delle nuove quattro nuove banche, al quale chiedere garanzie di rispetto dell’uguaglianza dei diritti dei cittadini di fronte alla legge, dalla dirigenza bancaria non è arrivata ancora alcuna risposta. Resta dunque la forte ed evidente la discrimazione di trattamento rispetto ai risparmiatori di Mps. I risparmiatori di Pizzoli denunciano anche il silenzio della banca Etruria che non li aiuta a portare avanti la procedura burocratica per chiedere i rimborsi dei risparmi andati in fumo. Coloro che vennero colpiti 8 mesi fa dal famigerato decreto Salva-Banche in un contesto ancora fuori dalla normativa sul bail-in, videro una svalutazione applicata ai crediti deteriorati di Banca Etruria dell’83%. Cioè le sofferenze vennero valutate, in media, solo il 17 per cento del valore.