È stata l’asfissia e non un malore a provocare la morte di Leonardo Di Loreto, il 27enne di Roseto trovato domenica sera nella sua abitazione. A stabilirlo è l’autopsia disposta dalla Procura di Teramo ed eseguita dal medico legale Davide Girolami su incarico della Pm Monia Di Marco.
Il giovane indossava una maschera antigas collegata ad una bomboletta di gas.
Gli esami tossicologici chiariranno il grado di intossicazione e completeranno il quadro clinico. Per la Procura resta aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, senza indagati.
L’obiettivo degli inquirenti è stabilire se Leonardo abbia compiuto un gesto volontario o se la sua morte sia legata a pratiche rischiose, forse messe in atto come forma di gioco di ruolo. Le indagini, condotte dai carabinieri, hanno già evidenziato due elementi chiave: il computer che aveva davanti era spento, escludendo collegamenti in diretta con altre persone e la maschera antigas era nella sua disponibilità da tempo, come documentano alcuni video diffusi online.
Gli investigatori stanno ascoltando amici e conoscenti, ricostruendo anche gli ultimi contatti telefonici del giovane nelle ore precedenti alla tragedia. Nessuna lettera o messaggio d’addio è stato rinvenuto in casa. Di Loreto viveva con la famiglia a Roseto ed era molto conosciuto per il suo impegno civile: laureato in Scienze della Comunicazione, era segretario dell’associazione Rumore, attiva nella difesa dei diritti della comunità Lgbtqia+.
Online era noto con il nome di “Faiar”, identità con cui organizzava incontri, teneva dibattiti e aveva aperto di recente un canale YouTube.
Appassionato di viaggi e legato in particolare alla Germania, Leonardo sognava di trasferirsi a Berlino. Per l’autunno aveva già programmato appuntamenti internazionali: un incontro a fine ottobre in Germania e un altro a novembre in Francia.
