Asl 1, manager contro giornalisti: moltissime reazioni

Reazioni a catena dopo la nota del manager Asl che annuncia querele. La Cgil chiede una commissione e l’invio di ispettori da Roma

Ha scatenato un putiferio la nota del manager della ASL 1 Roberto Testa titolata “Le parole uccidono più del virus” che molti hanno interpretato come una cosa vergognosa nei confronti di chi davvero muore a causa del virus.

Testa in un comunicato, in sostanza, ha parlato di disinformazione, fake news, comportamenti contrari alla deontologia tanto è che per ristabilire la verità, dice, si rivolgerà all’Autorità giudiziaria.

Nella nota parla anche di notizie diffuse da chi ricopre importanti ruoli istituzionali ma non viene precisato ne a chi si riferisce ne a quali testate si rivolge.

Nell’occhio del ciclone la Asl in questi mesi ci è finita molte volte con l’apice raggiunto con il servizio delle Iene dedicato all’ospedale di Avezzano.

La nota di Testa ha fatto infuriare molte persone. I gruppi di centrosinistra in Consiglio lo attaccano parlando di nota vergognosa e di un tentativo di voler imbavagliare la stampa.

“Testa querela i media – scrivono – perché troppo attenti e severi sul suo fallimentare operato. Se dalle parole passerà ai fatti dall’altra parte della barricata – annunciano – troverà la società civile. La Asl ha un ufficio legale, se sono state diffuse falsità indaghi ma lo faccia senza spocchia e arroganza, le querele si fanno non si annunciano e non gli si addice il ruolo di vittima perché le vere vittime sono quelle del Covid e della malasanità”.

Durissima l’onorevole Stefania Pezzopane che dice a Testa, in sostanza, che anziché prendersela con la rampa avrebbe dovuto far sì che la situazione funzionasse.

Non poteva mancare la presa di posizione dell’Ordine dei giornalisti con il presidente Stefano Pallotta. “La malasanità uccide – dice – i giornalisti raccontano. I numeri sull’emergenza Covid della provincia dell’Aquila, nella loro oggettività e al di là delle opinioni, hanno fatto emergere una situazione molto grave sullo stato dei servizi sanitari. In particolare, le forti carenze dell’Ospedale di Avezzano, dove sono morte due persone a bordo di ambulanze in attesa di essere assistite, sono state denunciate da testate e quotidiani nazionali. Non sono fake news queste, non è disinformazione questa. Semmai va constatata una pressoché assenza di comunicazione della Asl ai media. Un vuoto imperdonabile in un momento in cui l’emergenza richiederebbe una costante informazione ai cittadini. I giornalisti continueranno a svolgere con rigore critico la loro professione. Non saranno le intidimidazioni, più o meno velate, a fermarli”.

Nel dibattuto interviene anche Ezio Cerasi, del sindacato giornalisti Abruzzesi che bolla l’intervento del manager come atto di intimidazione che non fermerà i giornalisti e come attacco alla libera informazione.

Scende di nuovo in campo la Cgil che insiste per la costituzione di una commissione di inchiesta da parte della Regione e chiede al Ministro Speranza di inviare degli ispettori da Roma.

“Il rispetto del diritto di cronaca, nei limiti della continenza e della verità sostanziale dei fatti, è insopprimibile e non scalfibile in alcun modo. Se il manager dell’Asl dell’Aquila, Roberto Testa, ritiene che l’azienda sia stata danneggiata da articoli di stampa specifici ha il diritto di sporgere denuncia-querela. Viceversa ritengo sia profondamente errato sferrare un attacco generico a tutto il sistema della stampa, in particolare locale, che con sacrificio, abnegazione e spirito di servizio ha raccontato e sta raccontando l’emergenza coronavirus in tutte le sue forme. Una narrazione fondamentale che funge da pungolo per amministratori e politici e da riferimento per la cittadinanza in questo momento di estrema difficoltà. La libertà di stampa va difesa con tutte le forze come presidio di democrazia insostituibile”. Lo dichiara il coordinatore regionale della Lega, il deputato Luigi D’Eramo, alla luce delle dichiarazioni diffusa dal manager dell’Asl dell’Aquila, Roberto Testa.