Oggetto recente di polemiche e rinvii, la legge sulla aree idonee per le energie rinnovabili licenziata dalla Regione Abruzzo incassa anche l’ok del Governo
La Legge della Regione Abruzzo per le aree idonee destinate agli impianti da fonti rinnovabili,
approvata dal Consiglio regionale il 14 marzo, incassa il via libera dal Consiglio dei Ministri. Nel corso dell’ultima seduta, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, sono state esaminate 25 leggi regionali, tra le quali 3 della Regione Abruzzo.
Oltre al testo sulle “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi e modifica alla l.r. 46/2019”, via libera del Governo anche alle leggi “Partecipazione all’associazione European Chemical Regions Network” e “Disposizioni in materia tributaria e sanitaria”.
Soddisfatto il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo Lorenzo Sospiri:
“Questa Regione accresce la sua credibilità nella capacità di legiferare, dimostrandosi presidio normativo di qualità e conoscenza delle buone prassi in materia di diritto regionale. Non era scontato che una normativa così complessa, come quella sulle aree idonee, superasse indenne il vaglio del Governo centrale. Oggi l’Abruzzo si pone in linea con i principi di sostenibilità ambientale e continua, grazie alle nuove regole, il suo cammino verso una ‘regione green’. Questa legge è riuscita a mettere in equilibrio le innegabili prerogative naturalistiche dei nostri territori con la necessità, incoraggiata dall’Europa, di implementare il comparto di produzione legato alle energie rinnovabili”.
Nei mesi passati la discussione sulle aree idonee aveva generato un dibattito tra ambientalisti e agricoltori. Per gli ambientalisti l’Abruzzo è in ritardo nella realizzazione degli impianti e manca la determinazione a compiere una vera e propria rivoluzione culturale, capace di rendere la transizione un’occasione di sviluppo per i territori.
Gli agricoltori invece, preoccupati per la conversione indiscriminata di terreni coltivabili in siti per impianti di energia rinnovabile, hanno sollecitato una maggiore tutela del comparto.
Anche la politica si è occupata molto di questo tema che ha visto contrapporsi centrodestra, quindi la maggioranza in Regione, e centrosinistra.