Appalti al Miur, nella vicenda anche ex dirigente USR Abruzzo

Il gup del tribunale di Roma ha rinviato a giudizio l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco e altre 8 persone per il caso degli appalti Miur. La vicenda coinvolse anche Giovanna Boda, ex dirigente dell’USR Abruzzo.

Nell’aprile del 2021 la Boda, ex dirigente dell’Ufficio scolastico regionale in Abruzzo ed ex capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, tentò il suicidio lanciandosi dal balcone al secondo piano di un palazzo romano.

L’inchiesta, coordinata dal pm Carlo Villani e condotta dai militari della Guardia di Finanza, ha riguardato diversi episodi corruttivi. L’inizio del processo è stato fissato per il 27 settembre davanti all’ottava sezione penale del tribunale di Roma. Per le mazzette al Miur la Boda ha chiesto il rito abbreviato con altre tre persone: la loro posizione sarà discussa il 31 ottobre. All’udienza preliminare di oggi il giudice ha ammesso anche la costituzione di parte civile di Miur e Presidenza del Consiglio nei confronti delle persone fisiche e ha accolto anche la richiesta avanzata dai giornalisti dell’agenzia di stampa Dire. Sei persone, coinvolte nell’indagine, vanno invece verso il patteggiamento con pene che vanno dai quattro mesi ai due anni.

A luglio del 2022 Giovanna Boda, che operò a L’Aquila nel post sisma per la ripresa della attività scolastiche, aveva rilasciato alcune dichiarazioni in merito a quella vicenda:

“Ho avuto un comportamento compulsivo che mi ha indotto a spendere tutti i soldi che mi dava Federico Bianchi di Castelbianco oltre a quello che guadagnavo con il mio stipendio, tanto è vero che non ho più niente. Sicuramente non ricordo nel dettaglio le singole dazioni o utilità, anche perché in quel periodo mi ero sottoposta a una forte cura ormonale che mi ha portato ad avere comportamenti compulsivi, depressione e alterazione della realtà. Purtroppo non ho avuto la prontezza di sottrarmi alla grave situazione creata mettendomi in malattia come avrei dovuto fare”.

Alla Boda l’imprenditore Bianchi di Castelbianco avrebbe messo a disposizione una Mercedes a noleggio con autista. La donna venne inquisita per una presunta mazzetta da circa 3 milioni di euro in cambio di appalti per 23 milioni di euro. L’episodio, successivo all’esperienza abruzzese, riguarda il periodo in cui era capo dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione.

Secondo la questura a pagare le bustarelle, tra il 2018 e il 2021, per ottenere lavori da parte del Miur era l’imprenditore e psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco.

Il 14 aprile del 2021 la Boda, dopo aver ricevuto una perquisizione della Guardia di finanza, si lanciò dalla finestra del secondo piano nel cortile di uno dei palazzi di Piazza della Libertà e fu ricoverata in gravissime condizioni al Gemelli.