Amministrative: il caso Bisegna, 25 liste per 212 abitanti

25 liste elettorali in un Comune di 212 residenti: accade a Bisegna (L’Aquila). Solo 4 collegate alla politica, nelle altre molti agenti di polizia penitenziaria

Sono 25 le liste elettorali depositate entro i termini per le elezioni amministrative di maggio a Bisegna, comune nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. I residenti sono 212, gli aspiranti consiglieri 250. Solo 4 delle 25 liste sono collegate a partiti e movimenti locali, le rimanenti sono in gran parte composte da agenti di polizia penitenziaria.

Il Comitato Civico Ponte Giovenco ha espresso “fortissime preoccupazioni” per questa situazione.

“È un fatto inedito per il piccolo Comune di Bisegna. Il numero di aspiranti consiglieri comunali, circa 250, supera il numero di elettori! – dichiara Silvano Di Pirro, presidente del comitato – Preoccupazione e senso di smarrimento sono i sentimenti prevalenti fra gli abitanti di Bisegna”.

La principale preoccupazione dei cittadini riguarda la difficoltà di esercitare il diritto di voto in modo consapevole, data la “chilometrica composizione della scheda elettorale”.

La lista Fiamma Tricolore ha fatto sapere che i propri candidati fanno riferimento al tessuto
politico locale.

“La lista non è composta da qualsivoglia agente o forza di polizia, ma da sole personalità di partito” si legge in una nota.

Sul caso Bisegna è intervenuto anche l’ex parlamentare Gianni Melilla:
“Gli agenti di polizia penitenziaria con la candidatura possono usufruire di un mese di aspettativa retribuito per la campagna elettorale. Si tratta di un comportamento scorretto permesso da una legislazione che non ha alcuna giustificazione. È necessario modificare subito la legge.
Da parlamentare ci provai presentando una proposta di legge che aboliva questo privilegio e anche emendamenti alla legge annuale di stabilità per cambiare in modo più rapido la normativa. Ma pur essendo del tutto comprensibile, questa mia iniziativa legislativa non fu mai accolta. Personalmente non ho mai capito il motivo di questa complicità politica con una norma assurda”.
Marina Moretti: