Ambiente, 12 associazioni scrivono al Governo per dire no al metanodotto

Dodici associazioni scrivono al Governo contro metanodotto e centrale di compressione. “Un progetto vecchio, inutile, anti economico e dannoso per l’ambiente”. I costi di realizzazione graverebbero sulle bollette degli italiani per i prossimi 50 anni. Previsto l’abbattimento durante la fase dei lavori di almeno 5 milioni di alberi. E sulla conferenza stampa si registra la posizione di SNAM.

Dieci associazioni nazionali e due regionali chiedono al Governo di bloccare il progetto della Snam che prevede la costruzione di una centrale di compressione a Sulmona (L’Aquila) e la realizzazione del metanodotto “Linea Adriatica” di 425 km da Sulmona a Minerbio (BO). Si tratta di Mountain Wilderness, LIPU, WWF, Greenpeace, Italia Nostra, Altura, Pro Natura, Gruppo Intervento Giuridico, Salviamo l’Orso, Rewilding Apennines e le regionali ‘Dalla parte dell’Orso’ e Cai Abruzzo. Il 28 maggio scorso le 12 associazioni hanno inviato una lettera molto dettagliata al Presidente del Consiglio Draghi e ai Ministri della Transizione Ecologica Cingolani, dello Sviluppo Economico Giorgetti, della Cultura Franceschini e della Sanità Speranza. Nel testo le associazioni evidenziano l’inutilità delle due nuove infrastrutture e le numerose criticità di un progetto che, se realizzato, avrebbe un impatto notevolissimo sull’ambiente, sulla salute, sulla sicurezza e sulle economie dei territori attraversati.

“Sono due opere – ha dichiarato Mario Pizzola di Comitato Cittadini per l’Ambiente Sulmona – che non servono e che porteranno ad un aumento del costo del gas. Questa opera costa 1,9 miliardi di euro. Il gas tra l’altro verrà venduto a Paesi del Nord Europa, ma nonostante questo la Snam, con il sostegno dei Governi va avanti grazie anche agli incentivi di Italia e Unione Europea. Un’opera devastante anche dal punto di vista sismico proprio perché attraversa aree sismiche”. “In quell’area – spiega poi Stefano Civitareale dell’associazione Salviamo l’Orso – ci sono molti esemplari di orso e branchi di lupi che rischierebbero di sparire. Parliamo poi di un progetto che prevede la scomparsa di pare cinque milioni di alberi e questo rappresenta un grosso danno per il nostro ambiente ed ecosistema per cui invitiamo il Governo con questa lettera a prendere una posizione”.

“Sono tante le ragioni sulla inutilità di questa opera – sostiene Mario Marano Viola di Mountain Wilderness per l’Abruzzo – intanto è un progetto che ha un costo anche difficile da quantificare. Basti pensare che un albero di cinquant’anni ha un valore secondo la scala Svizzera di 40mila euro per cui con la distruzione di 5 milioni di alberi si farebbe un danno incalcolabile e sacrificare le foreste significa andare contro gli accordi di Parigi. Con la lettera al Governo ci auguriamo che Draghi ci ascolti anche perché i politici abruzzesi compresi i parlamentari non hanno fatto una proposta di contenimento per impedire questo progetto”. Per Luciano Di Tizio del Wwf “bisogna abbandonare come stabilito le fonti fossili come previsto a livello internazionale e questo spiega anche come si tratti di un’opera anacronistica e che va a creare un grosso danno al nostro ecosistema”.

DI SEGUITO LA POSIZIONE DI SNAM

Snam sottolinea che le proprie iniziative sui territori italiani non danneggiano in alcun modo né gli alberi né gli ecosistemi. Anche in Abruzzo, così come in tutte le altre zone d’Italia attraversate dalle infrastrutture della società, i lavori saranno seguiti da accurati interventi di ripristino ambientale che consentiranno di riportare i territori interessati alle condizioni originarie, quando non migliorative in alcuni casi.

In particolare, come da prassi, la società provvederà al reimpianto di tutte le essenze arboree e alle cure colturali per un periodo di almeno 5 anni, al fine di assicurare il completo ripristino della vegetazione. Peraltro, i progetti saranno realizzati utilizzando le migliori tecnologie disponibili in termini di compatibilità ambientale, incluso l’impiego di soluzioni “trenchless”, minimizzando cioè gli scavi a cielo aperto.

Da ottant’anni, Snam realizza in tutta la Penisola progetti infrastrutturali complessi in totale armonia con l’ambiente, compresi parchi naturali. Un esempio della compatibilità ambientale delle opere di Snam si trova proprio in Abruzzo e in particolare nel Parco della Majella, attraversato per oltre 15 km dal metanodotto Campochiaro-Sulmona.