A Teramo si è spento Totò Iacovoni per decenni protagonista della storia politica e sociale della città e della nostra regione. Militante di sinistra questo il commosso ricordo di Maurizio Acerbo
“Oggi ho perso un compagno, un amico, un maestro. Totò Iacovoni è stato per decenni un protagonista della storia politica e sociale di Teramo e della nostra regione. E’ stato un militante, un intellettuale, un maestro per molte generazioni. Il nostro Socrate che invitava a ragionare proponendo, anche quando le cose sembravano andar bene, interrogativi e dubbi. Non amava la retorica, la reiterazione delle frasi fatte o il trionfalismo. La sua granitica coerenza di principi e comportamenti si accompagnava sempre al rispetto e alla curiosità verso gli altri, soprattutto i giovani. Quando c’era da fare quadrato per il partito e nella lotta era quello che assunta la decisione si assumeva fino in fondo il dovere di portarla avanti con umiltà e determinazione. Toto’ era un dirigente recalcitrante, quando fece l’assessore regionale fu un esempio per rigore, competenza, disinteresse personale, generosità, come lo è stato per tutta la vita. Era l’incarnazione del rifiuto di ogni casta ma anche la critica vivente del qualunquismo. Toto’ ci teneva al partito e al sindacato ma metteva costantemente e ossessivamente in guardia sulla necessita che fossero non un burocratico fine ma uno strumento al servizio della classe lavoratrice e del movimento.
Toto’ era un socialista di sinistra, un comunista libertario, che aveva avuto come riferimenti Raniero Panzieri, Lelio Basso e Pino Ferraris, aveva militato nel Psi, nel Psiup, nel Pdup, in DP e poi fu uno dei fondatori in Abruzzo di Rifondazione Comunista.
Non era mai stato nel Pci e non era “ortodosso” come i cossuttiani che guardavano al suo movimentismo con sospetto e a volte avversione. Il bello di Rifondazione era proprio quel rimescolarsi appassionato di storie e culture che Totò apprezzava molto riconoscendo anche ai suoi critici più duri il merito di non essersi adeguati e di aver deciso di ricominciare.
Totò davvero non voleva che il partito non si chiudesse nelle sue stanze, che rimanesse amico dei ragazzi di strada. Per questo si mise sempre a disposizione dei più giovani. Ricordo l’entusiasmo con cui aiutò Giulio Petrilli che aveva vissuto il carcere dell’emergenza antiterrorismo a mettere su un giornale con cui creare una rete di compagni dispersi in tutta la regione, a come divenne di fatto il riferimento della Pantera a Teramo, di quando mise con l’inseparabile Sandro Santacroce la nostra sede a disposizione degli ultrà, l’incessante impegno per la liberazione di Davide Rosci. La vita di Totò è stata talmente lunga e attiva che le testimonianze potrebbero riempire un libro.
La sua casa comune era la Cgil dove ovviamente ha sempre portato avanti con spirito unitario una battaglia di sinistra.
Totò era radicale ma non settario nè estremista, come la tradizione socialcomunista antistalinista in cui si era formato.
Pur non essendo mai stato un veterocomunista, Totò negli ultimi anni mi sorprese dicendomi che forse avevamo sbagliato a sottovalutare l’importanza dei simboli e di ciò che rappresentavano nella coscienza popolare. Che avremmo dovuto riproporre la falce e martello sulla scheda elettorale. Lo poneva come dubbio ma con convinzione. E’ stato fino all’ultimo giorno un rifondatore comunista a cui non si poteva che volere un gran bene.
Toto’ ha dimostrato con la sua vita che un altro mondo è possibile. Su You tube trovate un’intervista a Super J che consiglio anche a chi Toto’ non l’ha conosciuto: https://youtu.be/jzQeKr9zQp0?si=c9iN5WDtqwsdS5tJ
La camera ardente è all’obitorio dell’ospedale di Teramo. Domani ultimo saluto alle 15 al cimitero di Isola del Gran Sasso.
