Abruzzo: sempre più poveri, senza figli e non ci si sposa più

Il Piano sociale 2021-23 della Regione fotografa un Abruzzo dove non si fanno più figli, si è sempre più poveri e non ci si sposa più.

Un calo demografico di 42 mila persone nell’ultimo decennio, un basso tasso di nuzialità e il 30,1% di cittadini abruzzesi a rischio povertà, vale a dire un terzo della popolazione complessiva. Questi, in sintesi, alcuni degli indicatori emersi dal profilo sociale della regione Abruzzo: dati presentati alle associazioni di settore e ai sindacati questo pomeriggio nell’ambito del webinar dedicato al Piano Sociale 2021-2023.

Oltre 112 milioni di euro, tra fondi diretti e indiretti, saranno disponibili per sostenere le attività a supporto delle fasce più fragili della popolazione. “Si tratta di un momento di confronto e di acquisizione delle proposte e dei contributi centrale nella nostra attività – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali, Pietro Quaresimale, annunciando che nelle prossime settimane saranno avviate ulteriori iniziative, a dimostrazione dello sforzo e della consapevolezza della necessità di superare le criticità presenti in uno degli ambiti più complessi della macchina amministrativa.

Tra i temi discussi nell’incontro il calo demografico, le politiche per la famiglia, la salute, la formazione e l’istruzione, la qualità del lavoro, la parità di genere e la disabilità. Come ha spiegato il dirigente Raimondo Pascale: “In alcuni settori, come il contrasto alla povertà, i finanziamenti sono aumentati significativamente”. La Regione fa sapere, inoltre, di aver incrementato anche il Fondo dedicato ai non autosufficienti, che passa da 13 a 17 milioni, e quello per i caregivers.

“Grazie ad una delibera di giunta appena presentata – ha chiarito Quaresimale – saranno disponibili circa 2 milioni di euro di risorse aggiuntive per migliorare sia in termini di servizi diretti e sussidi le condizioni di queste persone. Il provvedimento attua la legge regionale sui caregivers e integra le risorse per dare una migliore risposta ai cittadini”.

Barbara Orsini: