Abruzzo: presentato il rendiconto regionale Inps 2024

Il rendiconto sociale regionale Inps 2024 testimonia l’impegno dell’Istituto in Abruzzo. Scende ancora la popolazione

Non un semplice consuntivo, ma una preziosa fonte di dati, evidenze ed analisi sulle evoluzioni del contesto socio-economico della Regione Abruzzo. Una panoramica completa e dettagliata delle dinamiche demografiche, del mercato del lavoro, del tessuto produttivo e ovviamente anche delle prestazioni previdenziali e assistenziali, di inclusione e di sostegno del reddito erogate.

In Abruzzo cala la popolazione residente, vanno via soprattutto giovani. Nel mercato del lavoro le cose vanno meglio, ma rimane il problema dei troppi contratti non stabili.

L’impatto dell’Inps in Abruzzo, in termini di flussi finanziari in entrata e in uscita, è stato notevole. La differenza tra i valori delle uscite e delle entrate è pari a 4,768 miliardi di euro, cifra che rende evidente il contributo di Inps Abruzzo a sostegno di cittadini, lavoratori e imprese.

Si conferma il calo demografico in regione, meno 6.686 persone, sebbene nel saldo naturale della popolazione non ci siano grandi cambiamenti. Il saldo migratorio netto risulta ancora positivo. La popolazione residente nonostante l’immigrazione diminuisce e in misura decuplicata rispetto al decennio precedente. Ci sono ancora molti giovani che lasciano la regione.

Per quel che riguarda la migrazione interna, le persone che vengono in Abruzzo da altre regioni sono equivalenti agli abruzzesi che vanno altrove.

Il tessuto produttivo resta composto da micro e piccole imprese che rappresentano il 99 per cento del totale. Nelle aziende private si registra un aumento del flusso contributivo. Per gli autonomi si registra un incremento delle entrate contributive da riscossione ordinaria, a fronte di una diminuzione del numero medio di imprese.

Le ispezioni in Abruzzo sono state 556. Per quel che riguarda il mercato del lavoro la situazione è positiva ma purtroppo si fanno ancora troppi contratti non stabili e le donne sono ancora sfavorite.
Tuttavia il dato negativo è quello riferibile ai cosiddetti Neet, giovani che non lavorano e non si formano, tra i 15 e i 29 anni. Si assiste ad un incremento del 12,3%.

Per il sistema pensionistico il quadro è stabile. Nel privato le pensioni vigenti sono invariate, l’età media di accesso é di 62 anni, età lontana dal requisito dei 67 anni.

 

 

Daniela Rosone: