Abruzzo: la Corte Costituzionale boccia la moratoria sulle rinnovabili

Legambiente

La sentenza della Corte Costituzionale ha bocciato la norma abruzzese sulla moratoria generica alle rinnovabili, ribandendo il ruolo dello Stato nel definire le aree e i siti non idonei. Secondo il giudice, la generica sospensione contrasta con i principi fondamentali statali in tema di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia.

Il tempo che la regione Abruzzo guadagna sospendendo le procedure, osservano i giudici, deriva oltretutto da ritardi nella pianificazione locale e ciò non giustifica una sospensione disposta con legge regionale. Infatti la Regione non perde la possibilità di tutelare e valorizzare le tradizioni agroalimentari locali ed il paesaggio rurale, perchè comunque vi sarà una valutazione di secondo livello. “Abbiamo da subito sostenuto che una moratoria così generalizzata si sarebbe di fatto ridotta ad una inutile perdita di tempo – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Questa sentenza ci dice di voltare pagina rapidamente in Italia e anche l’Abruzzo deve velocizzare la transizione ecologica e accelerare sugli impianti da energia rinnovabile. Per contribuire a rispettare gli impegni presi a livello internazionale sui tagli alle emissioni di CO2 ne dovremo costruire tanti e in fretta”.

Legambiente auspica che “saranno più rapidi i procedimenti sugli impianti di energia rinnovabili, in coerenza con l’esigenza di snellimento che il Governo ha recepito nel Dl 17/2022, definendo le aree idonee e non al fine di sviluppare sul territorio i nuovi impianti a fonti rinnovabili”.

“Ad oggi potevamo essere una Regione modello sul fronte delle energie pulite e nella lotta alla crisi climatica”, aggiunge Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo, “ma ciò non è ancora avvenuto. Ora si inverta velocemente la rotta ed approfittiamo delle nuove opportunità offerte dal PNRR, dalle risorse per la costituzione di comunità energetiche all’agrivoltaico ma anche grandi impianti quali eolico a terra e a mare, per dare una risposta concreta al caro bollette e un futuro davvero sostenibile alla nostra regione”.

EMERGENZA ENERGETICA, SOTTANELLI: “REGIONE MIOPE SU INSTALLAZIONE IMPIANTI DI ENERGIA EOLICA”

Il coordinatore di Azione Abruzzo, onorevole Giulio Cesare Sottanelli (nella foto in basso), interviene con un comunicato stampa nel quale si legge che:

<Il perdurare del conflitto in Ucraina, e le sue ricadute economiche e umane, stanno inducendo la Commissione europea e il governo Draghi a velocizzare il processo di transizione ecologica già in atto da tempo e resosi ancora più necessario dall’emergenza che ha ricordato a tutti la nostra dipendenza strutturale dal gas russo. Azione, attraverso il suo leader Carlo Calenda ha più volte sollecitato l’intervento rapido del Governo Draghi e qualcosa in tal senso si sta finalmente muovendo. Anche la Commissione Europea, attraverso il bando Horizon Europe, diffonde importanti finanziamenti per  lo sviluppo di impianti fotovoltaici a terra, mentre a livello nazionale il PNRR anticipa un miliardo per far partire la produzione di moduli fotovoltaici in particolare per progetti da realizzare al Sud.

Le regioni hanno anch’esse autonomia nel campo energetico. Alcuni esempi virtuosi, parlando di Sud Italia, si annoverano in Puglia con ben il 70% del suo fabbisogno energetico prodotto da fonti eoliche e solari. “Purtroppo in Abruzzo la situazione è completamente diversa. Infatti l’Abruzzo è ostaggio di una politica miope che approvando (all’unanimità, ndr) a metà 2021 l’emendamento al progetto di legge 182/2021 della Legge Regionale 8/2021, ha di fatto sospeso  l’installazione degli impianti di produzione di energia eolica di ogni tipologia, le grandi installazioni di fotovoltaico, posizionato a terra, e di impianti per il trattamento dei rifiuti, inclusi quelli soggetti ad edilizia libera, nelle zone agricole.
Lo strumento doveva essere adottato entro fine dicembre 2021, con il nobile obiettivo  di tutelare il territorio attraverso la pianificazione di siti idonei per le installazioni, ma al momento risulta tutto bloccato e la scadenza è stata prorogata a fine giugno 2022, in attesa di effettuare una mappatura di quali sono effettivamente: le zone agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, al fine di non compromettere o interferire negativamente la valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali e del paesaggio rurale”, come enunciato dalla Regione.

In altre parole,poiché tale mappatura è molto indietro come completamento (o forse non avviata affatto?), la nostra Regione è totalmente ferma sul piano della pianificazione di approvvigionamento energetico, con danni importanti sia per il futuro delle imprese del settore che al momento non possono investire in Abruzzo, sia per tutti i cittadini. Abruzzo in Azione non solo chiede che, immediatamente, si consenta la ripresa delle installazioni, con un iter autorizzativo semplificato e valutazione immediata di tutte le domande di cittadini e aziende, accumulate negli uffici regionali, lavorando per capire se ci sono nell’immediato le condizioni, sia di sicurezza che ambientali, per sbloccare alcuni giacimenti fermi. In parallelo, si realizzi in un tempo massimo di 30 giorni, la mappatura dei siti agricoli “di qualità”, anche con strumenti GIS di nuova generazione; nel contempo si emettano decreti d’urgenza per il ristoro alle categorie più colpite dalla crisi energetica. Non è più pensabile, con lo scenario attuale, che la nostra Regione si prenda i suoi tempi abitualmente dilatati per dare al territorio una risposta in termini di politica energetica rinnovabile. Non è più tempo di dilettanti, entrino in campo le competenze vere e utili al nostro sviluppo regionale>.