Abruzzo in giallo: Confesercenti chiede che si tutelino bar e ristoranti

 Confesercenti Abruzzo auspica di non dover registrare nuove limitazioni e si appella al Presidente della Giunta regionale e ai sindaci: ” Si pongano con forza al Governo le ragioni di imprese, soprattutto piccole e a gestione familiare”.

L’Associazione di categoria attende con ansia il prossimo Dpcm previsto per il 16 gennaio. “Basta con le chiusure e le restrizioni orarie – dichiara Pietro Leonarduzzi – d’ora in avanti puntiamo a riaprire regolarmente investendo sui controlli per garantire il rispetto del distanziamento sociale”.

“Commercianti, ristoratori e pubblici esercizi sono preparati al rispetto delle disposizioni anti contagio all’interno delle loro attività, ma non possono essere ritenuti responsabili di ciò che accade fuori dei locali, nelle piazze e nelle strade. Bene quindi il ritorno in zona gialla, ma c’è bisogno di un ulteriore passo in avanti per la sopravvivenza delle aziende. La notizia positiva per le imprese – aggiunge Leonarduzzi – è che dopo i lunghi mesi di lockdown mascherato, adesso possono tirare un primo sospiro di sollievo. Ora, però, dobbiamo impegnarci a non chiudere di nuovo le saracinesche”.
Per Confesercenti occorre, da un lato, procedere con i vaccini e fintanto che questi non hanno raggiunto la diffusione necessaria, servirà rigore e fermezza nel fare rispettare le misure di distanziamento e l’utilizzo delle mascherine. Le imprese non possono permettersi di affrontare nuovi periodi di stop. “Dobbiamo fare in modo che si torni alla normalità delle aperture se abbiamo a cuore il destino economico delle imprese del commercio – commenta Angelo Pellegrino –. Le limitazioni orarie per bar e ristoranti, sono una zavorra per chi dalle 18 in poi, può ricorrere solo all’asporto e alle consegne a domicilio. Una scelta questa che non può essere una soluzione”.

Per Confesercenti è importante consentire ai ristoratori di lavorare a cena nel completo rispetto delle regole anti contagio. La categoria è preparata e non può essere considerata come la responsabile della diffusione del virus. Da parte delle attività c’è il massimo impegno per rispettare e far rispettare le regole di distanziamento e di uso delle mascherine, perché si vuole lavorare in sicurezza, rispettando le regole, perché dal comportamento di ognuno dipende il risultato di mantenere numeri sotto controllo. È necessario lasciamo vivere le attività, facendo ogni sforzo per mantenere al minimo le restrizioni.