Sulla riserva del Borsacchio, Patto per l’Abruzzo chiede il ritorno al perimetro originario e il rispetto della normativa. La legge per il Patto va rispettata e non aggirata
Il Patto chiede che venga abrogato l’emendamento alla legge di stabilità del 2024 che ha tagliato la Riserva naturale del Borsacchio e che questa torni alle sue dimensioni originarie di 1.100 ettari.
Se si vuole proprio riperimetrare la Riserva, hanno detto i consiglieri, lo si faccia con un nuovo iter, stavolta rispettando le norme vigenti. Su questo tema la destra ha generato caos e pasticci normativi, creando un danno enorme a un bene naturalistico della nostra regione, e ora per uscirne, mette in moto un barbatrucco che non rispetta né i cittadini né le istituzioni.
Alla vigilia del Consiglio regionale di domani, in cui tornerà in aula l’annosa questione del Borsacchio, il Patto per l’Abruzzo ha ribadito la propria posizione.
“Abbiamo sempre denunciato – hanno spiegato i presenti – i profili di incostituzionalità con cui la destra ha riperimetrato, con un colpo di coda notturno durante la legge di bilancio 2024, il perimetro della riserva. Profili di incostituzionalità evidenti che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno negato fin quando non è stato il loro stesso Governo a sollevarli. Davanti al richiamo ministeriale, il Presidente Marsilio si è trovato costretto, facendo capo al principio di leale collaborazione, a impegnarsi affinché la legge si modificasse.
Ma con un barbatrucco, invece di risolvere la questione, semplicemente la scansa definendo la riperimetrazione temporanea : una dicitura che fa decadere le rimostranze della Corte costituzionale, ma che di certo non risolve la questione.
Una non-soluzione, quindi, che ci trova contrari nel merito e nel metodo. Nel merito perché, a nostro avviso la Riserva deve essere tutelata, riportata alla prima perimetrazione e, se proprio si vuole avviare un nuovo iter di riperimetrazione, lo si faccia nel rispetto delle norme vigenti. La seconda motivazione è nel metodo, perché a nostro avviso le leggi non si aggirano, si rispettano: serve responsabilità istituzionale, non scorciatoie! Oggi si chiude un occhio su una legge incostituzionale che ha come oggetto la Riserva, domani su che cosa?”
La posizione del Patto è chiara e coerente con le battaglie condotte anche in Commissione e con gli impegni presi in campagna elettorale: chiediamo, ribadiscono, che venga abrogato l’emendamento alla legge di stabilità che ha tagliato la riserva e che questa torni alle sue dimensioni originarie di 1.100 ettari.
“Non è solo una questione di confini – incalza l’opposizione – è una questione di visione. Un territorio tutelato è un asset strategico per lo sviluppo economico sostenibile. Le aree protette generano valore attraverso turismo responsabile, filiere agroalimentari di qualità e servizi ecosistemici che non possono essere replicati altrove. Il patrimonio naturalistico è un bene non delocalizzabile, su cui deve poggiare la competitività dell’Abruzzo nel lungo periodo.
Ogni ettaro di riserva è un moltiplicatore di valore. Dove c’è tutela ambientale, si sviluppano turismo esperienziale, agricoltura di qualità, servizi ecosistemici che riducono i costi sociali e sanitari. Rinunciare a questo significa perdere competitività e attrattività. Ciò che non è delocalizzabile, come il nostro patrimonio naturalistico, è la vera leva strategica per creare lavoro stabile e sviluppo sostenibile. Chi governa deve capire che la sostenibilità non è un vincolo, ma un vantaggio competitivo. Difendere territori come la Riserva del Borsacchio significa investire in un Abruzzo che punta su qualità, innovazione e rispetto dell’ambiente”.
Oltre ai consiglieri regionali, a rappresentare il territorio c’era il sindaco di Roseto Mario Nugnes con la presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti.
Il sindaco Nugnes ha ringraziato il Patto che è vicino al comune di Roseto e fa opposizione, ha detto, in modo intelligente.
Abbiamo fatto una lotta sui contenuti, ha detto Nugnes, ma abbiamo ravvisato una mancanza di coraggio da parte dell’amministrazione regionale che ha cercato di sanare ma nella sostanza non si è risolto nulla. Ci auguriamo che la Regione Abruzzo non decida di andare avanti su questa strada.
Le linee di indirizzo del Consiglio Comunale di Roseto sono state approvate e sono chiare. Quindi l’auspicio e’ che la legge di riforma sia azzerata, poi che si vada ad approvare il piano di assetto e dopo si è disponibili a sedersi nel rispetto della legge per capire cosa fare nel rispetto della legge, ha spiegato il consigliere Pavone.
