Abruzzo, caccia chiusa: il TAR salva i 469 cervi dall’abbattimento

Dopo la protesta di ieri degli agricoltori per i danni da fauna selvatica, oggi il Tar Abruzzo ha esaminato il ricorso e salvato dall’abbattimento i 469 cervi

La fauna selvatica in Abruzzo oggi è tornata sotto i riflettori, 24 ore dopo la protesta degli agricoltori a L’Aquila. Il TAR Abruzzo ha esaminato il ricorso contro la delibera regionale n. 509, adottata l’8 agosto 2024, che autorizzava l’abbattimento controllato di 469 cervi, tra cui 142 cuccioli.

Il Tar Abruzzo ha dichiarato cessata la materia del contendere tra la Regione Abruzzo e le
associazioni che avevano proposto ricorso contro la delibera di Giunta regionale 509 dell’8 agosto 2024 con la quale si autorizzava l’abbattimento di 469 esemplari di cervo di cui 142 cuccioli di meno di un anno. I giudici amministrativi, nello specifico, hanno preso atto “della mancanza di interesse alla pronuncia nel merito, atteso che l’atto impugnato aveva cessato i suoi effetti”. La stagione venatoria si è chiusa infatti lo scorso marzo.

La scelta della Regione Abruzzo, molto contestata e che ha suscitato una vasta eco anche a livello nazionale, era stata sospesa dal Consiglio di Stato in via cautelare. Secondo le associazioni ambientaliste e animaliste il censimento degli esemplari di cervo sarebbe stato effettuato dagli Ambiti Territoriali di Caccia, profilando dunque un potenziale conflitto di interesse. La popolazione degli animali risulterebbe sovrastimata.

“Non possiamo permettere che la natura venga trasformata in un campo di tiro da chi ha tutto da guadagnare nel vedere aumentare il numero delle vittime. – ha dichiarato il presidente di Animalisti Italiani, Walter Caporale – Chi ha contato i cervi è lo stesso che spara: un abisso di conflitto d’interessi. È una strage mascherata da gestione faunistica. Il Tar ha ora la possibilità di dare un segnale forte per la tutela della biodiversità e della giustizia ambientale. I cervi non hanno voce, ma noi non ci fermeremo finché ogni fucile non sarà messo a tacere”.

Le associazioni hanno richiamato l’attenzione anche su quella che definiscono “scarsa incidenza dei danni causati dai cervi”, circa 26.000 euro in un anno, rispetto ai 16,7 milioni di euro stanziati a bilancio per altri indennizzi agricoli.

La mobilitazione contro la delibera della Regione è stata notevole, sono state anche raccolte più di 136.000 firme online e sono state inviate 60.000 lettere al presidente della Giunta regionale Marco Marsilio. La protesta non ha coinvolto solo le associazioni, ma anche politici, personaggi della cultura e divulgatori scientifici, oltre a tanti cittadini.

“L’abbattimento dei cervi non c’è stato. Questo è il vero dato da sottolineare che, per noi, configura comunque una vittoria” afferma l’avvocato Michele Pezone.

I ricorrenti avevano impugnato la delibera davanti al Tar Abruzzo che aveva rigettato la richiesta di sospensiva cautelare, dando il via libera all’abbattimento. L’ordinanza dei giudici amministrativi di primo grado era stata quindi impugnata con urgenza al Consiglio di Stato che aveva ribaltato la decisione del Tar, accogliendo il ricorso cautelare delle associazioni.
I giudici del Consiglio di Stato avevano quindi rimandato gli atti al Tar Abruzzo per una nuova decisione. Da qui l’udienza di merito fissata per oggi.

“Siamo stati noi stessi a sollevare la questione in udienza, spiegando che viene meno l’interesse a una pronuncia nel merito. È quanto avevamo già ipotizzato nei mesi scorsi, nel momento in cui il Tar aveva fissato l’udienza. Tuttavia la nostra battaglia ha avuto comunque un risultato certo: i cervi sono salvi”.

La caccia ai cervi decisa per questa stagione venatoria era stata sospesa dal Consiglio di Stato, che ha annullato temporaneamente la delibera di Giunta regionale, rinviando la decisione finale al Tar Abruzzo.

Marina Moretti: