A24- A25: il giorno dopo la revoca della concessione reazioni, commenti e Strada dei Parchi che parla di indennizzo miliardario

Con un decreto di sette pagine, ieri il Consiglio dei ministri ha revocato le concessioni alla Strada dei Parchi Spa (società dei Toto), lamentando il suo «grave inadempimento». La famiglia Toto, a sua volta, si è mossa d’anticipo a maggio 2022 chiedendo la cessazione della concessione e soprattutto un indennizzo miliardario. La Strada dei Parchi Spa invoca un indennizzo record di 2,4 miliardi di euro

Soldi che dovrebbero risarcire la mancata remunerazione degli investimenti, i mancati incrementi tariffari, i mancati introiti futuri. La concessione, che è iniziata nel 2000, avrebbe avuto nel 2030 la sua naturale conclusione.

Sono passati ormai dieci anni dalla legge 228 del 2012 che impone la messa in sicurezza anti-sismica delle autostrade italiane. La A24 e la A25 aspettano con urgenza un simile intervento lungo i loro 280 chilometri. Perché i lavori partano, resta necessaria l’approvazione di un Piano Economico e Finanziario (Pef) per le due tratte.

Ma il 5 maggio 2022 un organo-sentinella del governo – il comitato Cipess – dà parere “non favorevole” al Piano (cioè al Pef) proposto per le due tratte. Il Piano è stato scritto da una figura tecnica: un commissario ad acta. Ma il comitato Cipess e il governo non lo accettano, in particolare quando annuncia aumenti tariffari del 15,81% all’anno fino al 2030. Pochi giorni dopo la Strada dei Parchi Spa della famiglia Toto rimette l’affidamento delle tratte nelle mani del governo e pretende un indennizzo, pari appunto a 2,4 miliardi.

Con il decreto di ieri, il Consiglio dei ministri «risolve» la concessione per «il grave inadempimento» del concessionario (ribaltando ogni responsabilità sulla Strada del Parco Spa della famiglia Toto).

Sarà l’Anas – una società pubblica che fa capo a Ferrovie dello Stato – a subentrare nella gestione della A24 e A25. L’Anas garantirà «la circolazione in condizioni di sicurezza»; e si farà carico degli «interventi di manutenzione ordinaria» lungo le due tratte e di ogni altro il ministero delle Infrastrutture valuterà necessario.

 Strada dei Parchi Spa reagisce con durezza: “Nessun inadempimento, è un autentico sopruso al quale reagiremo prontamente e duramente chiedendo i danni ai responsabili”.

Su Facebook il ministro del Lavoro, Andrea Orlando (esponente del Pd): la revoca “è un segnale molto importante. Una concessione non rappresenta una privatizzazione. Lo Stato esige il pieno rispetto degli impegni assunti dai concessionari, soprattutto quando si tratta della sicurezza dei trasporti e dei cittadini. Un ringraziamento alle strutture che hanno gestito questa procedura e al Ministro Giovannini”. Più duri i senatori M5s in commissione Lavori Pubblici e Trasporti.”La revoca della concessione della Strada dei Parchi è un obiettivo che il M5s ha perseguito per anni. E n on per mero capriccio: di fronte a incassi ogni anno più lauti, purtroppo è andata aumentando anche l’incuria e l’assenza di manutenzioni nelle infrastrutture autostradali date in concessione”.

La revoca della concessione a Strada dei Parchi, deliberata nel Consiglio dei ministri di oggi, era nell’aria. La stessa concessionaria aveva chiesto di cessare anticipatamente il contratto. Deve costituire una novità positiva, vanno evitate ripercussioni su utenza e personale”, commenta la deputata del Partito Democratico Stefania Pezzopane.

Il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio (Fratelli d’Italia): “Per un verso dico: finalmente il governo ha preso una decisione. Sono anni che chiediamo di fare una scelta per capire il destino delle autostrade A-24 e A-25”.

“Spero però che il governo abbia formidabili argomenti per questa revoca a Strada dei Parchi, perché ho una preoccupazione fortissima.  E’ difficile pensare che Toto se ne andrà dalla concessione sulle autostrade abruzzesi gratis. Questa scelta del governo darà vita a un contenzioso micidiale. Mi auguro che nel frattempo non si blocchi e nemmeno rallenti l’attività di messa in sicurezza sismica della tratta autostradale e dell’acquifero del Gran Sasso e che, soprattutto, questa storia non costi alle casse pubbliche uno o due miliardi di euro per pagare il concessionario. Soldi tolti all’Abruzzo e agli abruzzesi che invece sarebbero stati utili per fare opere pubbliche importanti”.

Una notizia che appena diffusa, ieri sera, ha scatenato commenti e reazioni tra politici, sindacalisti e associazioni di categoria abruzzesi: “Non è nostro compito, in questo momento, entrare nel merito della lunga e complessa vicenda che ha portato ieri il Consiglio dei ministri a revocare la concessione delle autostrade A24 e A25 al gruppo ‘Strada dei Parchi Spa’. Quel che ci interessa, invece, è che da questa ulteriore situazione di incertezza non abbiano a patire disagi gli utenti delle due arterie, a cominciare dal mondo dell’autotrasporto e dei pendolari”. E’ quanto si legge in una nota di CNA Fita Abruzzo, l’associazione degli autotrasportatori aderente alla confederazione artigiana regionale.

Al Tg8 tra le tante voci quelle degli amministratori di Abruzzo e Lazio, sindaci innanzitutto, in protesta da anni per le tariffe spiegano che vogliono mantenere inalterati gli obiettivi della battaglia: sicurezza e riduzione tariffe. Chiedono un tavolo istituzionale e un incontro con i capigruppo dei parlamentari di tutte le forze politiche.

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I segretari regionali della Fillea Cgil Silvio Amicucci, della Cgil Abruzzo Molise Carmine Ranieri e della Filt Cgil Abruzzo Franco Rolandi affermano in una nota congiunta che:

<Occorre garantire la continuità occupazionale e le tutele economico-normative sia del personale della Società concessionaria che di tutto il personale dell’indotto. E’ quanto mai urgente un incontro con i Ministeri competenti anche al fine di garantire la continuità del servizio e gli standard di sicurezza offerti all’utenza. Nonostante le avvisaglie dei giorni scorsi, la notizia della revoca della concessione delle autostrade A24 e A25 alla società Strada dei Parchi decisa dal Consiglio dei Ministri attraverso un apposito decreto-legge con il quale è stata data efficacia immediata alla risoluzione della convenzione del 18 novembre 2009, sottoscritta tra Anas e SDP, ha colto un po’ tutti di sorpresa.
Si è trattato dell’epilogo finale di posizioni contrapposte che si trascinano da almeno dodici anni e in particolare dal terremoto dell’Aquila del 2009 e dalla legge 228 del 2012 che, nel definire indispensabili e strategiche per la Protezione Civile le due tratte autostradali al fine di dare soccorso alle popolazioni in caso di nuove calamità, ha altresì reso indispensabile l’adeguamento delle due infrastrutture con requisiti antisismici.
Il decreto-legge renderebbe disponibile l’immediato subentro di ANAS S.p.A. nella gestione dell’autostrada che, per assicurare la continuità dell’esercizio autostradale, potrà avvalersi di tutte le risorse umane e strumentali attualmente impiegate, tra cui il personale di esazione, quello impiegato direttamente nelle attività operative e le attrezzature, automezzi e macchinari necessari ad assicurare il servizio.
Pur tuttavia Fillea CGIL e Filt CGIL ovvero, le due categorie che organizzano e rappresentano i numerosi lavoratori operanti nelle due tratte autostradali unitamente alla Cgil regionale Abruzzo Molise, ritengono fondamentale e prioritario garantire la continuità occupazionale e le tutele economico-normative sia del personale della Società concessionaria che di tutto il personale dell’indotto, ponendo le dovute attenzioni finanche a recuperare i lavoratori licenziati a seguito di mancate assegnazione di ulteriori lavori legati alla sopra richiamata legge 228 del 2012.
La Cgil Abruzzo Molise unitamente alle categorie Filt e Fillea ritiene altresì indispensabile che le due tratte autostradali di circa 370 km, siano messe a norma con i requisiti antisismici al fine di garantire la continuità del servizio e gli standard di sicurezza offerti all’utenza. A tal fine e allo scopo altresì di assumere tutte le necessarie informazioni su un provvedimento altamente impattante sul territorio e dai risvolti alquanto incerti sul fronte sociale ed occupazionale, si rende assolutamente necessario anche mediante l’ausilio delle strutture nazionali, un confronto urgente con i
Ministri competenti Giovannini (Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili) e Orlando (Lavoro e politiche sociali)>.