A Villa Raspa di Spoltore è strage di gatti, la denuncia degli animalisti e lo sdegno di tutti

Group of adorable cats of different breeds are resting on windowsill. Cute pets concept

Strage di gatti in una colonia felina di Villa Raspa di Spoltore, in provincia di Pescara, dove numerosi esemplari sono stati uccisi con sostanze tossiche, come confermato in prima analisi dai veterinari, mentre si attende l’esito degli ulteriori accertamenti

La Lndc Animal Protection condanna “con la massima fermezza la strage di animali” e annuncia di avere sporto denuncia alle autorità, chiedendo indagini approfondite “a partire dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’area privata in cui erano soliti vivere i gatti, per accertare le responsabilità e risalire agli autori”.
Per l’associazione l’episodio si “configura come un vero e proprio atto di crudeltà nei confronti di animali indifesi”. Oltre ai gatti della colonia, sono stati uccisi anche il cagnolino e il coniglietto della famiglia che si occupava dei mici liberi. “Una strage che non può e non deve restare impunita – commenta la presidente Lndc, Piera Rosati -. È fondamentale che le istituzioni facciano piena luce su quanto accaduto e individuino chi ha deciso di avvelenare e uccidere questi animali in modo così atroce e crudele, utilizzando un metodo che
rappresenta un serio rischio anche per la fauna selvatica e gli umani”. L’associazione da anni chiede una maggiore tracciabilità nella compravendita di veleni, pesticidi e sostanze tossiche, per contrastarne l’uso criminale . “Senza strumenti efficaci di controllo e tracciabilità, episodi come questo continueranno a ripetersi. È necessario intervenire a monte, regolamentando in modo più stringente l’accesso a sostanze potenzialmente letali”. Lndc ricorda poi che “le colonie feline sono tutelate dalla legge e rappresentano un patrimonio vivente che va protetto”, che lo spargimento di esce e sostanze velenose è vietato da un’ordinanza ministeriale e che l’uccisione di animali è un “reato punito con la reclusione fino a 4 anni, con una multa che può arrivare a 60mila euro”.