A Pescara collegamento in diretta con la Global Sumud Flottilla

Oggi alle ore 18.00 a Pescara collegamento in diretta con un’imbarcazione della Global Sumud Flotilla, alle 20 manifestazione in piazza Unione

Il giornalista di Fanpage Saverio Tommasi, che si trova a bordo della Karma, ha dichiarato all’Ansa:

“Quello che temiamo è la presumibile escalation dei tentativi di fermarci e degli attacchi, che potrebbero aumentare in numero e in pericolosità. Quelli subiti fino ad ora non si sono portati dietro feriti, ma se si intensificano e aumentano rischiano di mettere a dura prova anche la fortuna”.

La Karma fa parte della flottiglia internazionale diretta a Gaza per portare aiuti umanitari. A proposito di quanto accaduto la notte scorsa Tommasi parla di “atto di pirateria”. Proprio la Karma – una delle imbarcazioni del progetto Tutti gli occhi sul Mediterraneo (Tom) dell’Arci – alle ore 18 di oggi si collegherà in diretta con Pescara, nell’ambito di un’iniziativa promossa dall’Arci locale che si svolgerà al Cfu – Circolo universitario e a Futuro Imperfetto. A seguire, alle 20, manifestazione pro Pal in piazza Unione.

“Con il progetto TOM – Tutti gli Occhi sul Mediterraneo, abbiamo scelto di navigare per portare un messaggio politico e umano: l’assedio deve finire, il diritto internazionale va rispettato. A bordo ci sono attivistз e parlamentari, unitз in una missione di solidarietà civile e di resistenza nonviolenta. Perché il Mediterraneo non sia un confine che divide, ma uno spazio che unisce i popoli contro guerre e ingiustizie. Gaza non è sola. Il Mediterraneo guarda e resiste”.

L’imbarcazione su cui viaggiano Tommasi e i rappresentanti dell’associazione non è tra quelle direttamente colpite dai droni.

“Stanotte – racconta Tommasi – abbiamo passato quattro ore con la testa verso il cielo, non per guardare il cielo e le stelle cadenti, mai viste così tante in vita mia, ma per guardare i droni, che volavano sopra tutto il perimetro della flottiglia e che ogni tanto entravano in questo perimetro. Si mettevano sopra alcune delle barche e lanciavano bombe sonore, che non sono soltanto sonore, ma procurano una fiamma che può incendiare le vele e rendere impossibile la navigazione. Come prima difesa, abbiamo tolto tutte le vele. Poi ci sono stati anche attacchi con robe urticanti”.

Al momento dell’attacco, la Flotilla era a 27 miglia dalle coste greche, cioè in acque internazionali e proprio per questo il giornalista parla tecnicamente di “atto di pirateria”.

“L’umore – aggiunge – è di attenzione: continuiamo a fare le cose che si devono fare obbligatoriamente quando si è in barca, ma con molti occhi e molte orecchie e con collegamenti sempre più stringenti con le altre imbarcazioni. Essere in tanti ci dà un’idea di protezione e, infatti, appena iniziati gli attacchi, la prima cosa che abbiamo fatto – conclude – è stata quella di non disperderci, ma di accorciare le distanze”.