Popoli: Taverna Ducale chiusa, sindaco scrive a Franceschini

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Taverna Ducale chiusa, sindaco Popoli scrive a Franceschini. Edificio del Trecento, già stazione di posta. Per il primo cittadino turismo a rischio.

La Taverna Ducale resta chiusa e il paese rischia di perdere turisti. E’ preoccupato il sindaco di Popoli, Concezio Galli, che chiede al ministro Dario Franceschini di intervenire, visto che “uno dei più antichi edifici del paese, eretto dai Signori Cantelmo nella prima metà del Trecento”, in passato stazione di posta, cambio cavalli e sede daziaria, è gestito dal ministero dei Beni Culturali e Turismo, nello specifico dal Polo Museale dell’Abruzzo.

“Attualmente la struttura è chiusa – scrive – con grave danno all’immagine della città. Il Comune ha messo in campo tutte le azioni possibili per scongiurare la chiusura, fino a proporre collaborazione con proprio personale per garantire l’apertura”. Nonostante il documento inviato al Segretario regionale dei Beni Culturali d’Abruzzo e alla direttrice del Polo Museale, scrive Galli, “con bozza di protocollo d’intesa per azioni volte allo sviluppo di una progettualità condivisa e una gestione congiunta della struttura, non abbiamo ricevuto risposta”. La Taverna Ducale, ricorda il sindaco, “è un piccolo gioiello di architettura medioevale abruzzese, in stile gotico. Caratterizzata da raffinata sobrietà è giunta sino a noi intatta, non avendo subito nel tempo alcuna trasformazione. Ha sempre ospitato mostre temporanee d’arte, oltre a un allestimento permanente di pezzi lapidei di epoche differenti”. La scorsa estate “i numerosi turisti si sono trovati di fronte una struttura priva di attività, rimasta nell’anonimato. Il nostro progetto è mettere in rete le bellezze artistiche e paesaggistiche del territorio” annuncia, ricordando anche le Sorgenti del Pescara, la più antica Riserva naturale regionale d’Abruzzo, e che Popoli “ha dato i natali a Corradino d’Ascanio, inventore della Vespa e dell’elicottero: qui la sua casa natale, i luoghi che hanno alimentato il suo fervido ingegno, le sue prime opere e la tomba”.

Antonella Micolitti: