Gran Sasso in rosa: Soa, violazione della legge sull’inquinamento luminoso

La Soa ha depositato le osservazioni allo “studio di incidenza ambientale” sulla proposta di illuminare il Corno Grande di rosa per il Giro d’Italia. «Violazione della legge regionale per la riduzione dell’inquinamento luminoso»

La Soa, stazione ornitologica abruzzese, ha depositato ieri le osservazioni al cosiddetto “studio di incidenza ambientale” presentato a supporto della proposta di illuminare il Corno Grande di rosa in occasione del Giro d’Italia.

L’iniziativa interesserebbe il cuore del parco nazionale, in piena zona A di massima tutela, in un periodo cruciale per la riproduzione e la migrazione della fauna, quando l’illuminazione notturna è un fattore notissimo di disturbo, oggetto di pubblicazioni scientifiche a tutti i livelli. La legge quadro dei parchi 394/1991 vieta espressamente qualsiasi forma di disturbo.

Pubblichiamo di seguito il comunicato diffuso dalla Soa.

Il cosiddetto studio depositato è assolutamente incongruo; basterà dire che gli autori affermano di essersi basati per realizzarlo sulle linee guida per la redazione degli studi della Regione del 2002, quando nel frattempo sono uscite le nuove linee guida nazionali del 2019 e a seguire quelle regionali del 2021 che hanno sostituito completamente quelle del 2002. Insomma, sono rimasti fermi a oltre venti anni fa… Basterebbe per chiudere qui la questione!

Inoltre il documento ignora completamente i divieti fissati dalla legge regionale 12 del 2005 per contenere l’inquinamento luminoso. Tra questi il divieto di illuminazione notturna per eventi pubblicitari.

Il Gran Sasso si tinge di rosa naturalmente all’imbrunire, perché non presentare la nostra montagna con i colori naturali, questi sì unici al mondo?

Ricordiamo che alla tappa del tour de France del 2023 al Puy de Dome fu vietato l’accesso al pubblico negli ultimi 4 km dall’arrivo proprio perché si era in un’area protetta. La tappa fu un enorme successo: da un lato gli organizzatori ne fecero un vanto per aver dimostrato il rispetto per la natura, dall’altro le immagini dell’arrivo dei corridori in solitaria immersi nel silenzio fecero il giro del mondo. Questo un mero esempio per capire quale deve essere l’approccio giusto.

Vedendo anche il rendering allegato al cosiddetto studio che ci fa pensare al tipico topolino partorito dalla montagna, perché incaponirsi in idee piuttosto artificiali e bislacche quando la natura ci ha dato questa bellezza del tutto naturale?

In allegato e qui sotto:
-rendering contenuto nello studio (estratto);
-estratto dello studio con il riferimento al passaggio sulle linee guida del 2002.
-osservazioni inviate

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE
Info: 3683188739
Al Ministero dell’ Ambiente e della Sicurezza Energetica – direzione Patrimonio Naturalistico
Alla Regione Abruzzo – servizio V.I.A.
Al Comune di Isola del Gran Sasso

OGGETTO: nulla osta del Parco – procedura di V.inc.A. – illuminazione temporanea del Corno Grande – legge 394/1991 – direttive “Uccelli” e “Habitat” – Convenzione di Bonn- periodo riproduttivo e di migrazione dell’avifauna – tutela di chirotteri e lepidotteri – divieto di disturbo

In relazione alla procedura di V.Inc.A. in oggetto relativa alla proposta di illuminazione di rosa del Corno Grande del Gran Sasso in occasione del Giro d’Italia, si osserva quanto segue.

1)I redattori addirittura ignorano l’esistenza delle Linee guida nazionali sulla V.inc.A. del 2019 e della relativa delibera di recepimento della Regione, visto che citano le linee guida regionali del 2002 (!).

2)Ne consegue che, visti anche i cosiddetti “contenuti”, la documentazione non rispetta le Linee guida. A mero titolo di esempio: a)non sono riportati dati aggiornati frutto di rilievi di campo sulle nidificazioni; b)non sono coinvolti specialisti dei vari settori, a partire da ornitologi aventi pubblicazioni scientifiche peer reviewed; c)non si riscontrano cartografie aggiornate (frutto del lavoro di campo) sulle varie specie;

3)La stessa lettura dei cosiddetti “contenuti”, generici e con aneddoti assolutamente privi di rilevanza ai fini della valutazione, evidenzia la scarsa conoscenza delle specie presenti nell’area. Basti pensare che si esclude la nidificazione ad alta quota delle due specie di Gracchi, quando i censimenti svolti da decenni rilevano punti di nidificazione nell’area dei due corni.

Per chiarezza, lo scrivente ha all’attivo diverse pubblicazioni scientifiche su riviste peer reviewed proprio sul Gracchio corallino, frutto di ricerche svolte anche nel Parco nazionale del Gran Sasso (a partire dal primo censimento svolto nel parco finanziato nel 1997 dall’Ente parco).

4)Gli inizi di Maggio rappresentano un momento fondamentale per la riproduzione delle diverse specie presenti nell’area di intervento (Fringuello alpino; Sordone; Gracchio corallino; Gracchio alpino; Rondine montana).

Introdurre un fattore di disturbo (come certificato da decine di pubblicazioni scientifiche, e.g. “The effect of light pollution and noise pollution on birds
• December 2023
• Theoretical and Natural Science 20(1):263-267)anche transitorio, in un momento così delicato, addirittura in zona A del Parco, per mere ragioni ludiche, sarebbe come minimo sconcertante ai fini delle finalità istitutive di un parco nazionale.

5)Si aggiunga il notissimo effetto negativo dell’illuminazione notturna sui migratori (agli inizi di Maggio siamo in piena migrazione per diverse specie), che rischiano di essere disorientati e attirati in aree assolutamente inidonee e/o pericolose.

6) L’illuminazione è un fattore altrettanto noto di disturbo di specie come i lepidotteri (con specie rarissime e addirittura endemiche presenti nell’area dei corni) e i chirotteri.

7)La legge 394/1991 nonché le direttive comunitarie vietano esplicitamente il disturbo e la perturbazione delle specie nel periodo riproduttivo e in quello della migrazione;

8) È oltremodo surreale che addirittura in zona A del parco si promuovano iniziative (per giunta di dubbio gusto, si veda il sacrosanto editoriale dell’Avvenire, giornale del vescovi, su questa idea di colorare di ross il Gran Sasso, pezzo quello sì illuminante…) in pieno contrasto con gli obiettivi della legge regionale 12/2005 sulla riduzione dell’inquinamento luminoso!

In ultimo una considerazione di tipo culturale.

Al Tour de France nel 2023 alla tappa del Puy de Dome fu imposto il divieto di accesso al pubblico negli ultimi 4 km dall’arrivo, ammiraglie del gruppo comprese.

Questo perché si trattava di un arrivo in un’area protetta.

L’organizzazione del Tour (non a caso uno degli eventi sportivi più importanti al mondo) sfruttò questa limitazione per presentare al mondo la propria sensibilità ambientale e addirittura la tappa è rimasta negli annali sportivi per l’atmosfera particolare dei corridori in corsa da soli nel silenzio.

Crediamo che questo esempio basti per far comprendere quanto sia inopportuna questa bislacca proposta.

Pertanto si chiede di rigettare la proposta sia in sede di V.inc.A. sia in sede di Nulla Osta del Parco.