Coronavirus L’Aquila: Cialente, “fa male vedere città deserta come nel 2009”

Sisma L’Aquila: Cialente, Coronavirus ci toglie seconda Pasqua. Sindaco del 6 Aprile 2009, fa male vedere città deserta come allora.

C’è chi dice che nel centro storico dell’Aquila non sia cambiato niente da allora: l’unica differenza è che nelle vie deserte non ci sono le macerie, che il silenzio sia solo più pulito.

“E’ vero fino ad un certo punto, è una specie di provocazione: la ricostruzione prima di fermarsi per il coronavirus era in pieno fermento, ma questo 6 aprile ha un sapore strano perché “la vita ci ha tolto la seconda Pasqua in 11 anni: per ironia della sorte anche quest’anno le 3,32 cadranno di lunedì come allora, il lunedì della settimana di Pasqua. Certo, per noi aquilani è un’altra botta forte alla psiche, ma paradossalmente ci siamo già passati, noi sappiamo cosa voglia dire restare chiusi nelle tende o negli alberghi per giorni in solitudine o in silenzio. L’unica cosa vera è che con questo isolamento ci verrà più difficile elaborare un lutto collettivo”.

Massimo Cialente è il sindaco del terremoto dell’Aquila. Un sindaco per 10 anni tra le macerie e la ricostruzione “ma certo che girare per L’Aquila in questi giorni è un colpo duro: non si può vedere questo deserto, ti ricordi di quei silenzi, ti rivengono in mente i volti delle persone che non ci sono più – racconta Cialente, medico in pensione – da quel 6 aprile 2009 è passata mezza generazione ma questi giorni ci fanno rivivere il dramma con una intensità diversa”.

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