Teramo: due detenuti salvati da suicidio

 

Due detenuti sono stati salvati da suicidio nel carcere di Castrogno, a Teramo, dagli agenti della polizia penitenziaria.

Sventati due suicidi nel carcere di Teramo. Ieri, verso le 9 e alle ore 12, gli agenti della polizia penitenziaria hanno salvato due detenuti, una 46enne pescarese ed un 45enne napoletano, rispettivamente ristretti presso il reparto femminile e reparto protetti della casa Circondariale di Teramo che hanno tentato di togliersi la vita tramite impiccagione. Nella stessa mattinata, inoltre, gli agenti hanno evitato l’aggressione ad un infermiere dell’Asl da parte di un detenuto con patologie psichiatriche bloccandolo mentre cercava di colpirlo alle spalle. Nella notte dello scorso 10 agosto, nello stesso carcere si era tolto la vita, impiccandosi con un lenzuolo assicurato all’inferriata della cella, Giovanni Grieco, il 41enne di Pescara recluso dallo scorso sei maggio perche’ ritenuto l’omicida di Giandomenico Orlando, il pasticciere di 67 anni, anch’egli di Pescara, ucciso a coltellate davanti al suo negozio.

“Si continua a voler ignorare che il carcere di “Castrogno” non e’ piu’ in grado di gestire una cosi’ vasta pluralita’ di circuiti detentivi, unica nel panorama italiano, dove sono raggruppati in un unico padiglione ben sei differenti circuiti detentivi (alta sicurezza, comuni, tossicodipendenti, sex offender, protetti e femminile) con divieto d’incontro tra loro”, afferma Giuseppe Pallini del sindacato Sappe.  “A cio’ – prosegue – si e’ aggiunta da qualche tempo anche la gestione dei soggetti psichiatrici e di detenuti riottosi provenienti da altri istituti e a nulla sono valsi i ripetuti appelli, all’amministrazione penitenziaria regionale e nazionale di non inviare ulteriori detenuti e di trasferire quelli con gravi patologie psichiatriche e sanitarie. Le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, ogni giorno, nonostante la carenza d’organico, il diniego del riposo settimanale e delle ferie, che ad oggi risultano ancora da fruire in dodicimila giornate, con grande sacrificio e alto senso di responsabilita’ – evidenzia infine il sindacalista – cercano di salvaguardare l’incolumita’ dei ristretti assicurando nel contempo l’ordine e la sicurezza interna ed esterna del carcere e tutti i compiti istituzionali affidati come il servizio delle traduzioni che quotidianamente assorbe mediamente trenta unita’”.

Antonella Micolitti: