Equitalia, oggi ultimo giorno per rottamare le cartelle esattoriali

Una corsa contro il tempo per rottamare le cartelle di Equitalia: oggi, infatti, è l’ultima chiamata per richiedere all’Agenzia di riscossione la rottamazione delle cartelle esattoriali emesse dal 2000 al 2016.

Con la proroga concessa dal Governo, i contribuenti potevano fino a questa mattina inoltrare a Equitalia il modulo della domanda contenente l’elenco delle cartelle da rottamare, in sostanza attraverso la ‘definizione agevolata’ i contribuenti hanno l’opportunità di estinguere il proprio debito con l’Agente della riscossione, usufruendo di uno sconto sulle somme dovute. Sconto che arriva fino al 60%. Lunghe file anche nella sede Equitalia dell’aquila, in via Strinella, pensionati e professionisti in attesa con il loro consistente pacco di carte, oppure con la semplice cartella esattoriale relativa a una multa lievitata nel tempo. Per qualcuno le rate a disposizione per estinguere il debito sono troppo limitate.

Critiche contro il provvedimento del Governo le associazioni dei consumatori, in particolare Codacons Abruzzo. L’avvocato Fabrizio Foglietti spiega che con tale provvedimento, in sostanza, lo Stato ha deciso di fare cassa ponendo sullo stesso livello le condizioni per la rottamazione delle cartelle esattoriali per tutti i contribuenti.

Circostanza che “costituisce palese ingiustizia perché si pone in contrasto con il principio della capacità contributiva – dice Foglietti – tutelata dalla Carta costituzionale. Rende certamente favorevole a una definizione del contenzioso tributario, con la riduzione degli oneri (penalità e interessi) ma è evidente che risultano ingiustificatamente beneficiati quei contribuenti per lo più del settore imprenditoriale che avevano la possibilità di pagare e non hanno pagato, a fronte della rottamazione delle piccole cartelle esattoriali che costituiscono la maggior parte, cui dovranno provvedere con grandissime difficoltà i contribuenti più disagiati raschiando il proprio barile. Si tratta di un’operazione diretta a fare cassa per le note situazioni di difficoltà economica del nostro Stato con l’applicazione di un principio che penalizza, come accade per il prelievo sui redditi fissi (pensioni e stipendi) coloro che già sono stati discriminati dalla violazione del principio dell’adeguamento del prelievo fiscale alla capacità contributiva”.

Piccoli contribuenti che si trovano, così, “a pagare 600-700 euro di qualche vecchia contravvenzione racimolando soldi per estinguere il debito – conclude l’avvocato di Codacons Abruzzo – e invece ci sono cartelle di decine e centinaia di migliaia di euro rottamate a condizioni favorevoli, da coloro che, con vari giochi tributari, avevano evitato pagamenti”.