Abruzzo, il Trabocco Turchino nel racconto di De Marco

Nell’antologia “Nero Mediterraneo” c’è anche un racconto ambientato sul Trabocco Turchino e firmato da Romano De Marco, scrittore ortonese autore di thriller di successo.

Sono declinati secondo lo stile letterario che attinge dagli angoli bui di un’inquietudine territoriale i racconti contenuti nell’antologia “Nero Mediterraneo” pubblicata dalla casa editrice Eta. Otto autori di noir per altrettanti delitti ambientati sul litorale costiero di tutta la penisola italiana, sono questi gli ingredienti dell’antologia curata dallo scrittore di Latina Gianluca Campagna. A rappresentare l’Abruzzo c’è Romano De Marco che ha scelto la costa dei trabocchi. De Marco, già ospite della trasmissione Rete8 Libri, ha recentemente pubblicato il suo ultimo thriller di successo: “L’uomo di Casa”, che a differenza della trilogia milanese è ambientato negli Stati Uniti. Nel racconto contenuto nell’antologia “Nero Mediterraneo” De Marco omaggia gli scenari del suo Abruzzo e punta sull’ambientazione per antonomasia, il trabocco, che d’Annunzio definiva ragno di mare.

“Il mio racconto – dice De Marco – si intitola “Assassinio sulla costa dei trabocchi” e inizia proprio col ritrovamento di un cadavere sul trabocco di Punta Turchino”.

 

Il trabocco di Punta Turchino è uno dei più suggestivi della costa di San Vito, in località Portelle. La macchina da pesca prende il suo nome dalla posizione, nei pressi di una piccola sporgenza del promontorio di Capo Turchino. E’ questo il famoso trabocco di cui parla D’Annunzio nel libro Trionfo della morte: “all’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e travi, simile a un ragno colossale…”

I noir dell’antologia, tutti caratterizzati dalla mediterraneità di varie località marine, sono racconti in cui il crimine offre diverse angolazioni e mille sfumature. Storie in cui il nero non è solo nero, ma una tinta dai contorni sfumati e confusi, proprio come i suoi protagonisti non sono solo vittime o carnefici. L’idea di Gianluca Campagna è stata quella di raccogliere storie di autori di diversa estrazione geografica per raccontare i vizi e il malaffare di una porzione di territorio italiano che si affaccia sul mare, e di metterli in connessione diretta con la cosiddetta funzione di denuncia sociale del noir. I protagonisti non sono solo uomini delle forze dell’ordine o criminali, ma anche cittadini qualunque. Particolarmente efficace la copertina del volume, una fotografia della Porta dell’Europa, l’opera realizzata da Mimmo Paladino su un promontorio dell’isola di Lampedusa. La Porta è anche la prima visione che avvistano i migranti quando dai barconi cominciano a scorgere l’isola siciliana, avamposto della nuova vita. L’immagine dell’antologia è stata scelta per affermare che anche la letteratura puù essere un ponte che unisce, come il mare.

 

 

GLI AUTORI. Stefania Nardini (sulle orme di Izzo, scrive una storia a ritmi di ordinaria umanità a Marsiglia), Diego Zandel (dove sesso e indagine sono le tentazioni di una città corrotta come Roma), Paolo Tagliaferri (il mito del wind surf si fonde con la speculazione edilizia in una zona apparentemente tranquilla come Santa Marinella), Ilaria Guidantoni (giallo a scacchi in una Tunisi che ricorda le sfumature di Albert Camus), Andrea Carlo Cappi (una spy story a ritmo incalzante, alla 007, in un’appariscente e splendente Maiorca), Alessandro Maurizi (spaccato di quotidiano in una Tarquinia lenta e compassata, ma che nasconde i mali delle organizzazioni criminali), Fernando Muraca (giallo al femminile sotto il sole cocente delle vulcaniche isole Eolie), Roberto Centazzo (black comedy tra letterati alla ricerca di un’identità sullo scenario di Albenga), Romano De Marco (una tranquilla vacanza rovinata da un morto ammazzato su uno dei Trabocchi più famosi d’Italia e che attrae turismo d’èlite), Pierluigi Porazzi (che ambienta la sua storia, dura e cinica, in una Trieste sempre più terra di confine), Lorenzo Mazzoni (il Lido degli Estensi cadenza la vita di una provincia sempre tumultuosa), Bruno Morchio (le indagini di un Bacci Pagano in gran forma in una Genova che grida la sua voglia di riscatto), Stefania De Caro (l’abusivismo edilizio in uno dei panorami più mozzafiato d’Italia con lo scorcio delle isole ponziane e Circeo), Darien Levani (una storia d’altri tempi in una caotica Valona), Piera Carlomagno (colletti bianchi e criminalità uniti in un gioco perverso per trasformare Salerno), Diego Lama (un giallo delicato in una Capri assolata e coinvolgente), Gabriella Genisi (a Lecce, i misteri del mare coi suoi rifiuti tossici nascosti fanno da sfondo alle indagini di un carabiniere donna già da amare), Piergiorgio Pulixi (una storia da clan, dura come il noir francese, che si snoda tra Cagliari e Ajaccio), Gian Luca Campagna (una piccola storia di passione nella grande storia vissuta dai migranti quando scorgono lo scoglio Lampedusa).

Il lettore si trova così catapultato e immerso a Lampedusa, a Trieste, a Genova, al Circeo, a Maiorca, sul Lido degli Estensi, sulla costa dei Trabocchi, a Lecce, a Salerno, a Capri, a Tarquinia, alle Eolie, ad Albenga, a Santa Marinella, a Valona ma anche a Roma, a Marsiglia e a Tunisi, avamposti metropolitani di un’antologia che evoca odori, sapori e colori tipici del Mediterraneo. Il nero è sempre lì, affascinante e cupo, pronto ad accendere il buio inquieto di ciascuno di noi.

 

Marina Moretti: