Omicidio Barisciano: spuntano nuove piste

foto: marianna gianforte

Attesi oggi i risultati degli esami autoptici sul corpo del 55enne Paolo D’Amico, ucciso nella sua abitazione a Barisciano domenica sera. Gli investigatori intanto indagano su nuove piste.

Si sapranno probabilmente entro oggi i risultati degli esami autoptici che l’anatomopatologo Giuseppe Calvisi sta eseguendo proprio in queste ore – dopo il via libera della pm Simonetta Ciccarelli – sul corpo di Paolo D’Amico, il 55enne dipendente dell’Azienda multiservizi dell’Aquila, ucciso nella sua abitazione con diversi colpi alla testa e al torace, domenica sera. Dai risultati dell’autopsia potrebbe arrivare qualche risposta importante sulla dinamica dell’omicidio che ha scosso il paese di Barisciano, dove Paolo D’Amico risiedeva, in una zona isolata dal resto del centro abitato, in aperta campagna, al confine tra San Demetrio, Poggio Picenze e Barisciano.

La salma è ora all’obitorio dell’ospedale San Salvatore, all’Aquila, tra le mani dell’anatomopatologo, mentre procedono le indagini del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri dell’Aquila, coordinati dal comandante, il colonnello Nazareno Santantonio. Diverse le piste attenzionate. Dopo quella della droga (gli investigatori hanno trovato anche una piccola piantagione di marijuana) e quella di una resa dei conti per qualche sgarro che D’Amico potrebbe aver fatto a qualcuno, ora spunta anche la pista dei lavori forse non pagati a una ditta che aveva eseguito interventi nell’abitazione di Colle Rendola, in particolare nella sua parte esterna, dove si vede la realizzazione recente di una pavimentazione. Ieri un nuovo sopralluogo dei carabinieri del nucleo investigativo dell’Aquila, che hanno sequestrato oggetti e indumenti da analizzare e Non è escluso l’arrivo, nelle prossime ore, anche del Reparto delle investigazioni scientifiche dei carabinieri; le tracce di Dna dei capelli di chi ha frequentato la casa di D’Amico nelle sue ultime ore di vita potrebbero essere, infatti, decisive.

S’indaga anche nella cerchia più stretta degli amici. Gli investigatori seguono la strada dell’omicidio a più mani: è quasi certo che più di una persona abbia aggredito il dipendente dell’Asm, colpito all’esterno della casa e poi trascinato nel garage al pianoterra, e potrebbe trattarsi – appunto – di persone a lui conosciute. Tutte le attività preliminari sono ancora in corso e verranno portate avanti per diversi giorni, come fanno sapere fonti interne del nucleo investigativo: riscontri sui tabulati telefonici, sui conti bancari, sulle frequentazioni (pare che D’Amico fosse una persona molto riservata e condividesse poco del suo tempo libro con altri), si raccolgono le impronte digitali e si prosegue con gli interrogatori. Diverse attività ad ampio raggio, insomma, che poi verranno messe insieme nel tentativo di comporre il puzzle del contesto in cui è maturato l’omicidio.