L’Aquila, tasse post-sisma: appello di Confindustria, Ance, Api alla politica

Basta con le proroghe, l’ombra della restituzione delle tasse sospese nell’immediato post-sisma e ritenute aiuti di Stato dev’essere risolta alla radice, con provvedimenti che soltanto l’Unione europea può approvare. A chiederlo sono Confindustria, Ance e Api dell’Aquila.

Le tre associazioni di categoria che rappresentano i 350 piccoli e medi imprenditori a cui l’Europa ha chiesto indietro circa 80 milioni di euro di tasse fanno fronte comune e tornano a chiedere alla politica, a un mese esatto dalle europee, di agire e concretizzare le promesse fatte negli ultimi tre anni. La proroga della scadenza dei termini per restituire le somme scade a giugno, ci sono due mesi di tempo per proporre soluzioni che, però, si fanno sempre più lontane, mentre per i piccoli imprenditori è impossibile impegnare risorse in investimenti. Resta l’allarme, inoltre, per il rallentamento della ricostruzione, con soli 10 milioni di euro dell’ultimo elenco di contributi pubblicato dal Comune dell’Aquila, che potrà effettivamente tramutarsi in cantieri.

Il delegato alla ricostruzione per Confindustria L’Aquila, Ezio Rainaldi, ha ricordato l’imprenditore scomparso ieri sul Gran Sasso, Giuseppe Ioannucci, “una persona che ha dato tanto alla sua famiglia e alla vita imprenditoriale e lavorativa della città e che ancora molto aveva da dare”.

La spada di Damocle della restituzione delle tasse pesa come un macigno su 350 imprese, quasi tutte medie o piccole, per un totale di 80 milioni di euro. Il presidente dell’Ance L’Aquila Adolfo Cicchetti ribadisce la necessità di chiedere subito un’ulteriore proroga della scadenza della restituzione delle tasse, “una vicenda che lede in modo impattante sull’agibilità strategica e operativa delle nostre aziende”, spiega Cicchetti. Il presidente dell’Ance ha ricordato anche che nell’ultimo anno nel comparto edile della provincia dell’Aquila, secondo i dati della Cassa edile si sono persi duemila posti di lavoro e si sta tornando indietro, alla crisi drammatica del pre-sisma. Un quadro allarmante in quello che dovrebbe essere il più grande cantiere edile d’Italia.

Per il direttore generale dell’Api L’Aquila, Massimiliano Mari Fiamma, è finito il tempo delle proroghe e delle incertezze, adesso la politica deve agire:

Non si può rimproverare nulla alle associazioni di categoria, ci trasciniamo da anni questa situazione, dal 2015 in poi almeno tre volte siamo riusciti a tamponare la richiesta di restituzione delle tasse. Ci ritroviamo ancora una volta all’ultimo momento a discutere di proroghe e non di soluzioni – è la critica di Mari Fiamma alla politica locale e nazionale soprattutto -.

Per Mari Fiamma serve, a questo punto, innanzitutto subito una nuova proroga sino alla fine dell’anno, nello stesso tempo il Governo deve proporre una soluzione da promuovere prima al più presto, anche perché con le elezioni europee alle porte, le istituzioni europee non si riuniranno prima di novembre 2019.

Non è una partita che possiamo vincere da soli – ha sottolineato Mari Fiamma – anche se siamo pronti ad agire con i nostri legali. Al tavolo della ricostruzione riunito da Marsilio questa settimana – la stoccata del direttore dell’Api L’Aquila – non c’erano i parlamentari né della Lega, né del M5s, quindi a qual tavolo manca una rappresentanza governativa importantissima per noi. Eppure, oggi il Governo può spostare il tetto del De Minimis,passando con atto governativo dai 200 ai 500mila euro. E può interpretare la norma nel senso della franchigia. Il Governo può fare molto ma continua a essere assente e a spostare l’asticella della soluzione del problema.

Anche per Rainaldi la presenza della politica nazionale in questa battaglia, così come nelle altre questioni ancora da risolvere per la ricostruzione, è fondamentale.

Le nostre categorie non si sono mai potute difendere. Oggi la nostra richiesta è che tutte le forze politiche si uniscano fra loro a a noi: chi ha potere di agire non lo fa, lasciando le cose come stanno. Noi siamo la parte che subisce. Il sisma non ha portato caramelle e noccioline, ma crisi e morte. Le nostre aziende hanno subìto la concorrenza (come è giusto che sia per le regole del mercato) di quelle arrivate da fuori cratere, ma noi vogliamo competere ad armi pari, invece nei nostri bilanci non possiamo mettere le somme ‘a rischio’ restituzione. Basta aspettare, il momento di agire è ora, abbiamo 15 giorni di tempo prima delle europee.

Il Servizio del Tg8:

https://www.youtube.com/watch?v=zKa1g8BsmmQ