L’Aquila, irrevocabili le dimissioni del prete-amante

Nonostante la strenua difesa dei parrocchiani, affezionatissimi a Don Vito Isacchi, l’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Petrocchi va dritto per la sua strada.

Il parroco-amante Don Vito Isacchi deve lasciare le parrocchie di Poggio Picenze e di Assergi, l’incarico di cerimoniere arcivescovile, quello di rettore del santuario di San Giovanni Paolo II a San Pietro della Jenca.

L’arcivescovo ringrazia e va avanti per la sua strada, in realtà accogliendo le dimissioni presentate dallo stesso Don Vito, mentre i fedeli fanno quadrato intorno al parroco “colpevole” di avere avuto, dieci anni fa, una love story con una donna di Roma. Soprattutto a Poggio Picenze, Comune a 20 chilometri circa dall’Aquila, i parrocchiani non si danno pace: non vogliono che don Vito vada via.

E spunta una lettera con annessa raccolta di firme che avrebbero attivato proprio i parrocchiani della chiesa di San Felice di Poggio Picenze, lettera la cui esistenza viene smentita dal sindaco Antonello Gianloreto.

Anche i bambini stanno preparando dei disegni per dimostrare il loro affetto e chiedere al vescovo di cambiare idea. Ma le dimissioni di Don Vito sono irrevocabili. Il parroco 45enne lascerà L’Aquila, dopo essere finito nella bufera mediatica per la sua storia d’amore con una donna sposata, storia finita persino davanti ai giudici, perché la donna scoperta dal marito è stata denunciata: dopo cinque anni di processo, i giudici del tribunale di Roma l’hanno condannata a risarcire l’ex marito con 15mila euro per la depressione in cui era finito dopo la scoperta della love story con don Vito.

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