L’Aquila: cultura in lutto, è morto lo storico Raffaele Colapietra/Video

Lutto nel mondo della cultura, è morto lo storico e studioso aquilano Raffaele Colapietra. Aveva 92 anni. Tanti i messaggi di cordoglio

E’ morto a 92 anni lo storico e studioso aquilano Raffaele Colapietra, legato in modo viscerale alla sua città e al centro storico che non aveva voluto abbandonare nel 2009 nonostante la sua casa di via Pescara fosse danneggiata. Aveva scelto di rimanere con i suoi gatti e gli amati libri parlando di “tradimento” da parte di chi aveva scelto di lasciare L’Aquila per vivere altrove.

Seppur amandola, non ha mai risparmiato critiche alla città soprattutto perché per lui era in atto una sorta di impoverimento culturale già prima del sisma.

Colapietra non ha mai avuto famiglia. In occasione dei suoi 90 anni aveva concesso un’intervista a Rete 8 ma era stato protagonista anche di varie puntate di L’Aquila al centro di Giustino Parisse.

Nel 2020 era stato sempre lui il protagonista di un libro intervista curato dall’archivista Marta Vittorini. Aveva un carattere schivo ma vero, non le mandava a dire insomma. Era stato docente di storia moderna all’Universita’ di Salerno in carriera sino al 1990 quando aveva scelto di dimettersi per ritirarsi a vita privata. Ha scritto tanti saggi che ora restano un patrimonio importante di storia sociale ma la sua opera più importante rimane una biografia di Benedetto Croce.

L’Universita’ D’Annunzio lo aveva insignito dell’Ordine della Minerva. Colapietra è pure ricordato per essersi schierato contro il concetto di aquilanutas, espressione per lui vuota e senza senso. Di certo con la sua scomparsa L’Aquila perde uno scrigno di conoscenze e saperi ma i suoi scritti rimangono a futura memoria, soprattutto per i giovani.

Il cordoglio del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio 

“Con la scomparsa di Raffaele Colapietra l’Abruzzo, e in particolare la città dell’Aquila, perde uno studioso e uno storico che con le sue numerose pubblicazioni ha tracciato un percorso di memoria. A nome personale e dell’intera giunta regionale porgo il cordoglio per questa perdita”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

La nota della Sopritendenza  

Il Soprintendente Cristina Collettini e il personale tutto delle Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio  per le provincie L’Aquila – Teramo e Chieti – Pescara esprimono il più vivo cordoglio per la scomparsa del Prof. Raffaele Colapietra.

E’ stato uno studioso appassionato ed entusiasta, mente lucida e brillante; vera memoria storica della città dell’Aquila, del suo territorio e dell’intero Abruzzo. Il suo lavoro di storico non ha avuto confini lasciandoci un corpus di opere importanti che sono ancora oggi punto di riferimento per molti studiosi.

Oggi se ne va un intellettuale e una mente critica ma il suo impegno sarà la nostra eredità, i suoi studi e le sue ricerche sono  e saranno un punto di riferimento anche per il nostro lavoro

La nota del PD

“L’Aquila perde uno dei suoi figli più illustri: ci ha lasciato, all’età di 92 anni, lo storico Raffaele Colapietra; era nato di mercoledì, il 24 novembre 1931, “alle 10 di sera in via Cascina, nel quarto di Santa Maria, battezzato in Santa Maria Paganica, con radici dunque molto profonde in città” amava raccontare. Una perdita incolmabile: lo storico e studioso è stato un simbolo di indipendenza intellettuale e di spessore civile. Colapietra ha attraversato un pezzo di storia dell’Aquila, di cui conosceva vizi e virtù, corsi principali e stretti vicoli, piazze, cortili di palazzi nobiliari e chiostri che ne raccontano secoli di vita. Docente di storia moderna presso l’Università di Salerno fino al 1990, Colapietra ci donato saggi fondamentali sulla storia sociale e sulle classi dirigenti del Mezzogiorno italiano in età moderna e contemporanea, occupandosi, con passione, della Napoli vicereale, di Masaniello, della transumanza nonché dei partiti politici italiani fra XIX e XX secolo. All’Abruzzo, e alla sua L’Aquila in particolare, ha dedicato diverse monografie, oltre a numerosi articoli. Insignito dall’Università degli studi D’Annunzio dell’Ordine della Minerva, fu tra i simboli del post terremoto, fieramente unico nel voler continuare ad abitare la sua casa in centro città sebbene gravemente lesionata dal sisma del 6 aprile 2009.

Vogliamo ricordarlo con le sue parole, parole di amore per la città dell’Aquila che non aveva mai voluto celebrare in modo vuoto e retorico: “La sorte ha fatto sì che io non avessi, nella mia lunga vita, il conforto di una vicinanza femminile giovanile: non ho avuto una sorellina, non ho avuto una figlioletta da proteggere. Questo è stata L’Aquila per me, una figlioletta da difendere: rispetto all’Aquila, sono sempre stato nella posizione di chi deve aiutarla, e non mi sono mai inebriato delle sue magnifiche sorti e progressive; la città deve essere innanzitutto amata e rispettata, non glorificata in forme dissennate altrimenti si perde il senso delle proporzioni e si sfiora il ridicolo. E che debba essere ridicolizzata mia figlia, mia sorella, santo iddio proprio no. L’aquilanitas è la cosa più vuota che possa esistere, una espressione astratta, senza senso, di cui purtroppo si fa largo uso. Piuttosto, avrei voluto che le cose veramente aquilane venissero valorizzate, che si conoscesse meglio la storia della città”. Proveremo a trarre ancora insegnamento dal suo pensiero. Per ora, grazie Professor Colapietra. Addio”.

Così il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris 

“Se ne va un pezzo di storia dell’Aquila e un custode della storia stessa della città, un personaggio spigoloso che non ha mai risparmiato critiche alla sua stessa comunità, a partire dalla classe dirigente”.

La nota del coordinatore regionale di Italia Viva Camillo D’Alessandro 

“L’Aquila perde un suo illustre cittadino, patrimonio di saperi che non si è mai sottratto di condividere soprattutto con le nuove generazioni a cui trasmetteva, in ogni occasione e fino all’ultimo, tutte le conoscenze acquisite in una vita sui libri”.

” La comunità di Italia Viva esprime tutto il proprio dolore per la perdita dello studioso Raffaele Colapietra , ci ha lasciato un gigante, un appassionato dell’Abruzzo e della sua amata L’Aquila.

Ai familiari le nostre sentite condoglianze accompagnate dal senso di gratitudine per il suo enorme lavoro “

Il ricordo dell’onorevole Stefania Pezzopane

“Ci ha lasciati il professor Raffaele Colapietra.  Oltre al dolore personale, perché ero a lui molto affezionata, ho la consapevolezza che muore una persona irripetibile, impossibile da emulare, unico in tutto. Un padre nobile della città. La prima volta che  l’ho visto era ai miei esami di Stato, al Liceo classico Domenico Cotugno, membro esterno di prove di maturità  davvero ardue.

“Ne ero terrorizzata, tutti propagandavano la severità del prof Colapietra ed anche il suo burbero carattere. Fu severo e molto esigente, vado sempre assai fiera del mio voto alto in quella prova, perché la feci con lui, con domande non scontate ed accomodanti.

Dopo di allora, mi è capitato tante volte di partecipare a convegni ed iniziative con lui. La sua competenza, il suo insegnamento sono baluardi. Ma soprattutto dopo il 6 aprile è diventato un simbolo, con il suo modo trasgressivo di vivere l’emergenza in casa sua, circondato dai gatti, forte e strenuo difensore della città,  della sua storia, di una sua nuova prospettiva legata al patrimonio storico inestimabile e non conosciuto.

Ci ha aiutati nel difendere la città da predoni di ogni tipo. Mi faceva piacere leggerlo ed ascoltarlo, la sua severità non mi spaventava, anzi, la cercavo, per liberarmi da certa ipocrisia che a volte riempie i confronti ed i dibattiti.  Ricordo  una sua bella  intervista in cui spese parole belle per me. Le conservo come tesori. Grazie prof, per quello che mi hai dato, per il messaggio eterno che hai rivolto all’Aquila, di cui conoscevi ogni pietra, ogni angolo, ogni luce. Ed ogni ombra”.

Le parole del sindaco dell’Aquila Biondi 

“I libri hanno un’anima e quest’anima ‘contamina’ i lettori. Pensando al professore Raffele Colapietra, non possiamo non andare con la mente alle sue tante pubblicazioni che più di qualunque biografia ne tracciano la conoscenza, il portato culturale, il respiro sociale…la sua aquilanità”. Lo scrive il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, nel giorno della scomparsa del professore Raffaele Colapietra.

“L’imponente biografia su Benedetto Croce ci racconta di come fosse affascinato dal “pensiero che ha come contenuto la storia”; la sua opera sulla lotta politica in Italia dalla liberazione di Roma alla Costituente, ci svela la sua passione politica in quanto scienza e arte del governare senza tralasciare l’importanza della piazza intesa come cittadini, ma anche come luogo di confronto; i suoi studi sul ruolo del baronaggio nel Rinascimento meridionale, ci dicono del suo impegno accademico a Salerno. E, poi, i suoi scritti sull’Abruzzo, sul Fucino, su Pescara e quelli sull’Aquila”.

“L’Aquila colta, L’Aquila sociale e territoriale, L’Aquila coraggiosa, L’Aquila terremotata, L’Aquila…una lunga passione d’amore, come recita il titolo di un suo saggio del 2011. Oggi, L’Aquila, affronta il dolore per la perdita di un suo concittadino illustre, coscienza critica della nostra civitas. Ma Raffaele Colapietra, attraverso le sue opere, continuerà a insegnarci come vedere la grandezza nella bellezza dell’Aquila e del suo territorio.”

Sulla scomparsa di Raffaele Colapietra interviene Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista 

“Raffaele Colapietra è stato un maestro di storia e libertà. La sua cultura era pari alla sua simpatia e alla sua autoironia.

In un’intervista racconto’ che l’unico partito che gli aveva chiesto la candidatura era stato Rifondazione Comunista e che lui aveva declinato invito con grande cortesia.

Era un socialista e un uomo libero che ha praticato il lavoro di storico come forma alta di impegno civile al servizio della comunità.

Ogni conferenza era una lectio magistralis.

La cosa migliore che la sua città e tutto l’Abruzzo possono fare per onorarne la memoria è leggere e valorizzare le sue opere, serbarne la memoria viva …iniziando con la ristampa di fondamentali lavori ormai introvabili del prof Colapietra riguardanti la storia abruzzese e nazionale lavori che ancora oggi possono fornire spunti di riflessione sulle vicende del nostro paese”.

Con il Professore Raffaele Colapietra se ne va l’ultimo vero e coraggioso intellettuale della nostra Città. Pensatore e studioso noto a livello nazionale per la sua sterminata cultura, erudizione e libertà di pensiero, lontano da qualsivoglia indottrinamento e scelta di convenienza.

Enrico Perilli e Pierluigi Iannarelli Sinistra Italiana L’Aquila

“Colapietra famoso per la sua cultura storiografica oltre che politica era una delle pochissime personalità che conosceva la storia d’Italia, dell’Abruzzo e di L’Aquila in maniera estremamente approfondita. In Città la sua voce si è levata costantemente contro ogni forma di abuso del potere e soprattutto contro le tante manifestazioni della mediocrità culturale, politica e intellettuale che purtroppo in questa Città, come lui stesso amava dire, non sono mai mancate.

Ricordiamo la battaglia al fianco di molti di noi contro la sciagurata intitolazione della piscina comunale al gerarca fascista Adelchi Serena. Colapietra storico, al contrario di altri, non cedette mai alla retorica del concittadino che tanto aveva fatto per L’Aquila, ma di Adelchi Serena rilevò la gravità della sua complicità con il fascismo e la sua pavidità come uomo che lo condusse a partecipare ai peggiori crimini nazifascisti.

Grazie alla sua indipendenza, nel panorama politico, non lesinò critiche alla Città, ai cittadini e alle varie classi dirigenti che nel corso degli anni si sono alternate alla guida del Capoluogo.

Oggi sicuramente la Città è più povera e di Colapietra ci piace ricordare tra le tante sue espressioni quella riferita all’aquilanità che certo non riteneva un valore e che ebbe a dire un giorno, scrivendoci anche su questo un libro, “C’è modo e modo di essere aquilani”.

Sicuramente il modo del Professore Colapietra era quello più nobile, coraggioso e libero”.

Il senatore Fina: “Ha lasciato il segno”

“E’ con dolore che apprendiamo della morte del professore Raffaele Colapietra, aquilano e abruzzese illustre”: lo dichiara il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico regionale.

Fina prosegue: “Ho avuto il privilegio di confrontarmi più volte con lui, è stato una volta ospite della nostra rubrica di presentazioni di libri, ‘Dialoghi”. Colapietra ha lasciato il segno. Lucido, puntuale, naturalmente coltissimo, i suoi studi su Benedetto Croce sono un riferimento ben oltre il recinto e il prestigio degli addetti ai lavori. Rimane indelebile il suo modo di essere legato alla sua città, L’Aquila, coraggioso e controcorrente, che tutti hanno potuto constatare nella scelta di non lasciare la sua abitazione nell’immediato post – sisma.  Rimane la sua viscerale avversione che manifestava nei confronti dei luoghi comuni. Rimane per noi l’insegnamento allo sguardo attento e smaliziato, alla diffidenza verso gli stereotipi e la retorica vuota. L’amore per L’Aquila e per la storia manifestato con il senno della critica e della razionalità”.

Interviene anche l’Odg 

“Con la morte di Raffaele Colapietra scompare lo studioso che ha dato un impulso decisivo alla divulgazione della storia del giornalismo abruzzese contemporaneo”.

Lo afferma il Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, esprimendo vicinanza a tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato.

“Colapietra ha dedicato gran parte della sua vita alla ricerca e alla divulgazione della storia e della cultura abruzzese con particolare interesse per il mondo dell’informazione. I giornalisti gli rivolgono un pensiero con gratitudine nella consapevolezza che i suoi studi hanno consentito  a tutti noi di capire meglio il nostro passato e avere una visione più completa del nostro presente”.

L’Archivio di Stato dell’Aquila esprime profondo cordoglio per la scomparsa del professor Raffaele Colapietra

“Studioso di chiarissima fama, ha frequentato assiduamente questo Istituto nella storica sede della Prefettura acquisendo dalla attenta e capillare lettura dei documenti del fondo notarile e dell’Archivio Civico Aquilano una conoscenza unica e imparagonabile della città dell’Aquila che copre ambiti molteplici: la storia familiare, sociale, economica, politica, culturale, architettonica e urbanistica. Appartiene a una generazione che ha posto le basi per studi solidamente scientifici e rigorosi sulla storia territoriale e del Meridione”.

+++ In aggiornamento +++