Teramo: smantellata EIYE, organizzazione di tipo mafioso

Un’operazione di Polizia tra Teramo e Ancona ha smantellato un’organizzazione di tipo mafioso dedita a presunta tratta di giovani donne, spaccio, pestaggi e altri reati. Le persone fermate sono 15, 19 i fermi disposti (quattro sono irreperibili).  

Tra le altre ipotesi investigative a carico della mafia nigeriana figurano illecita intermediazione finanziaria e reati violenti o punitivi nei confronti di altri connazionali. L’associazione, denominata Supreme Eiye Confraternity (SEC) o semplicemente EIYE, era radicata in Nigeria e diffusa in molti Stati europei ed extraeuropei ed era equiparata per struttura e forza intimidatoria alle mafie tradizionali. L’operazione della squadra mobile, in collaborazione con quella di Ancona, ha accertato che le persone fermate sono organiche alla cellula locale (Nest) denominata PESHA, che ha una competenza geografica e territoriale dalla zona costiera della provincia di Teramo fino ad Ancona.

Le indagini hanno permesso di accertare che la cellula territoriale degli Eiye, così come l’associazione mafiosa di cui costituisce una costola, si caratterizza per la segretezza del vincolo associativo, la ritualità dell’affiliazione, l’adozione di linguaggio e simbologia rigorosi, la violenza delle azioni. L’ingresso nell’associazione era subordinato ad un rito di affiliazione, che avveniva alla presenza del vertice e di altri membri del gruppo e nel corso del quale si alternavano atti di violenza a riti tribali e veniva formulato il giuramento di fedeltà agli Eiye, con il quale l’affiliando si impegnava al rispetto delle regole dell’associazione denominate orientation. L’ingresso nella confraternita prevedeva l’obbligo alla partecipazione, mediante il pagamento di una sorta di tassa di iscrizione, al finanziamento della confraternita verso la quale gli associati sono a disposizione tendenzialmente “per la vita”.

Gli uomini della squadra mobile della Questura di Teramo, diretti dal vicequestore Roberta Cicchetti e con la collaborazione dei colleghi di Ancona, hanno eseguito un decreto di fermo per 19 cittadini nigeriani appartenenti alla SEC. Il fermo, per ora notificato a 14 dei 19 indagati (altri 5 sono irreperibili), è stato disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila, sotto il coordinamento del sostituto procuratore David Mancini.

Le 19 persone sono organiche alla cellula locale (Nest) denominata “Pesha” con competenza territoriale dalla zona costiera della provincia di Teramo ad Ancona. L’attività di indagine ha permesso di accertare che la cellula territoriale degli “Eiye” sgominata, come l’associazione mafiosa di cui costituisce una costola, si caratterizzava per “segretezza del vincolo associativo”, “ritualità dell’affiliazione”, adozione di linguaggio e simbologia rigorosi, violenza delle azioni. L’ingresso nell’associazione era subordinato a un “rito di affiliazione” alla presenza del vertice e altri membri del gruppo, nel corso del quale si alternavano atti di violenza a riti tribali e veniva formulato il giuramento di fedeltà agli Eiye con cui l’affiliando si impegnava a rispettare le regole dell’associazione denominate “orientation”. Gli affari della cellula teramana, come delle altre, spaziavano, fanno sapere gli inquirenti, da riciclaggio e illecita intermediazione finanziaria verso la Nigeria a tratta di giovani donne sessualmente sfruttate lungo la strada Bonifica del Tronto e sottoposte a violenze e vessazioni, dalla cessione di droga a reati violenti nei confronti di aderenti ad altri cults o punitivi nei confronti di altri connazionali. Il fermo è stato disposto poiché per molti indagati era imminente la fuga, visti i contatti con connazionali in Francia, Germania, Belgio, Svezia e i progetti di espatrio condivisi con familiari dimoranti all’estero.

Le persone finora fermate, la maggior parte irregolarmente soggiornanti nel territorio nazionale e quasi tutti privi di stabile attività lavorativa sono 15.

Per l’esecuzione dei fermi la Squadra Mobile di Teramo ha operato oltre che in collaborazione con la Squadra Mobile di Ancona che ha collaborato nelle indagini,  con l’ausilio delle Squadre Mobili di Ascoli Piceno e di Agrigento e con il Reparto Prevenzione Crimine  Abruzzo di Pescara.

Si è tuttora alla ricerca di altri  quattro indagati al momento irreperibili ed attivamente ricercati.

(Immagine di repertorio)

 

Marina Moretti: