Gran Sasso, Lolli: “Nessun sviluppo se non c’è condivisione”

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Dopo l’incontro con gli ambientalisti e alcuni consiglieri di minoranza il vicepresidente della giunta regionale Giovanni Lolli si confronterà con il comitato referendario. Obiettivo: salvare i progetti di sviluppo del Gran Sasso.

“In questa città c’è molta gente che parla soltanto, mentre pochi altri pensano a lavorare. Io appartengo a questa seconda categoria”.

Così commenta il successo ottenuto sul fronte ambientalista il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Giovanni Lolli, che si è fatto artefice di un’intesa sullo sviluppo del Gran Sasso sbloccando un’impasse che vedeva da un lato il progetto generale di sviluppo dell’importante montagna abruzzese, con il comitato referendario che lo appoggia in pieno, e dall’altro quello ambientalista che lo ha sempre osteggiato.

L’intesa raggiunta nel weekend non si limita soltanto al contestato Piano d’area, ma ragiona su un progetto complessivo di riqualificazione, promozione, sviluppo che comprende la montagna a 360 gradi.

“Sull’intera partita Gran Sasso serve un disegno complessivo e condiviso – dice Lolli – ci vuole una visione ampia nella quale il Parco è parte integrante”.

L’aspetto più osteggiato dagli ambientalisti nell’ambito del progetto di sviluppo del Gran Sasso, è il rinnovamento degli impianti sciistici, in cui ricade la seggiovia delle Fontari (nell’ambito del Piano d’area) “che dovrà essere compatibile con le richieste degli ambientalisti e condiviso”, ha aggiunto Lolli, ma senza rischiare di perdere i fondi Fas: se le opere non saranno assegnate entro il 31 dicembre, infatti, il finanziamento sarà revocato, ma su questo aspetto Lolli è fiducioso.

Sulle Fontari (argomento su cui si è consumata durante la fine di quest’estate la crisi di maggioranza), la mediazione di Lolli ha portato a un’apertura sulla possibilità di modificare, di poco, il percorso interessato dal progetto della nuova seggiovia, in fase di procedura d’impatto ambientale.

Il tema dello sviluppo sostenibile del Gran Sasso è stato al centro di un incontro che il vicepresidente della giunta ha tenuto con il direttore del Parco nazionale del Gran Sasso-Laga, Domenico Nicoletti, insieme con i capigruppo al Comune dell’Aquila del Partito democratico e di Rifondazione comunista, con i rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste da sempre impegnate nell’area del Gran Sasso. Intanto Lolli incontrerà anche il fronte referendario, guidato dal maestro di sci Luigi Faccia e che ha definito l’incontro con gli ambientalisti una resa politica.

“Ogni intervento sul Gran Sasso – ha detto Lolli – deve essere coerente con il Piano del Parco e con le previsioni del Piano d’area”.

Ecco perché per il vicepresidente sono da considerarsi compatibili interventi di ripristino ambientale con opere di rimboschimento e ri-naturalizzazione, promozione di un turismo pluristagionale e integrato, tutela del territorio anche regolando le vie di accesso a Campo Imperatore, valorizzazione della rete sentieristica e dei rifugi con risorse regionali, sviluppo del Distretto turistico montano del Gran Sasso con i suoi borghi, rilancio dell’economia turistica locale dei piccoli Comuni del cratere sismico, interventi sull’impiantistica sportiva soggetti alle valutazioni autorizzative e adeguati alle previsioni normative vista la criticità sull’ammodernamento delle Fontari.

Sul fronte amministrativo, dopo 16 anni di attesa il Parco nazionale del Gran Sasso si appresta ad approvare il piano del Parco, il prossimo 19 novembre, una sorta di piano regolatore che disciplina e delinea le linee di sviluppo dell’area protetta.

Da qui la necessità di una generale condivisione nell’assunzione di importanti decisioni legate allo sviluppo dell’area stessa. Inoltre, il Gran Sasso e l’intero sistema naturalistico abruzzese che fa riferimento ai tre parchi nazionali si candidano a diventare “Patrimonio culturale e naturale dell’Unesco”, per acquisire uno straordinario valore attrattivo in campo turistico. Da qui il rilancio in chiave nazionale della strategia Ape – Appennino Parco d’Europa – nella quale l’Abruzzo intende recitare un ruolo di primissimo piano.