Covid Abruzzo: Agenas, in Abruzzo 26% di occupazione terapie intensive

L’Agenas rielabora i dati di Protezione civile e monitora le terapie intensive in Italia. In Abruzzo il 26% dei posti occupati dai pazienti Covid (la soglia di sicurezza è del 30%).

È stata superata, complessivamente in Italia, la soglia del 31% dei posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid e 9 regioni superano la soglia ‘critica’ del 30% definita dal ministero della Salute. Per i ricoveri in reparto si sfiora, invece, il limite del 40% dei posti disponibili occupati e sono 8 le regioni che lo superano.

A mostrare il quadro di ospedali sempre più in affanno e che in alcune regioni arrivano sull’orlo del collasso, è una rielaborazione dei dati della Protezione Civile aggiornati al 3 novembre, realizzata dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e pubblicata in una nuova sezione del portale dedicata al monitoraggio.

A superare la soglia di sicurezza del 30% delle terapie intensive occupate da pazienti Covid sono, secondo Agenas, Campania (44%), Liguria (31%, ultima in ordine di tempo ad aggiungersi alla lista), Lombardia (45%), Marche e Piemonte (37%), Provincia Autonoma di Bolzano (51%), Toscana (41%), Umbria (49%) e Valle d’Aosta (65%). Vicine alla soglia del 30% si trovano Emilia Romagna (27%), Abruzzo e Puglia (entrambe al 26%).

A preoccupare è anche la velocità con cui si riempiono i reparti di pneumologia, medicina generale e malattie infettive. A esser occupati da pazienti Covid sono infatti il 39% dei posti letto nella cosiddetta ‘area non critica’, con 8 regioni (i dati di ieri ne evidenziavano 6) che superano la ‘soglia critica’ del 40%: Abruzzo (42%), Lazio (43%), Liguria (61%), Lombardia (46%); Piemonte (67%), Bolzano (56%), Umbria (46%), Valle d’Aosta (147%). Subito sotto soglia si trovano invece le Marche (39%), la Campania (37%) e la Toscana (36%).

Mentre cresce di giorno in giorno il numero di regioni che fa i conti con la saturazione di posti letto e rianimazioni per pazienti Covid, a dipingere il quadro di una sanità sguarnita è stato oggi, il presidente Agenas, Domenico Mantoan, ascoltato in commissione Igiene e Sanità del Senato in merito al “Potenziamento e riqualificazione della medicina territoriale nell’epoca post Covid”.

«Nel nostro Paese ci sono oltre 23 milioni di persone con malattie croniche, di cui 12 milioni che hanno più di due patologie e che sono anche quelle più a rischio di complicanze collegate all’infezione da Sars-Cov-2», ha ricordato Domenico Mantoan, presidente di Agenas. «A fronte di questo, a seguito di anni di tagli, abbiamo 3,2 posti letto per mille abitanti, mentre la Germania ne ha 8, la Francia 6 e la media europea è di 4,7. Considerando il tasso di ospedalizzazioni molto basso, in Italia l’organizzazione del territorio deve esser molto ben strutturata, o almeno dovrebbe. Ma di fatto, i pediatri di libera scelta sono circa 7.500 e ognuno ha una media di 989 bambini e ragazzi, mentre i medici di medicina generale sono 43.000 e la media di assistiti è 1.200.
E a preoccupare è soprattutto il frutto di anni di cattiva programmazione del personale sanitario non medico. In Italia abbiamo solo 5,8 infermieri per 1.000 abitanti, a differenza di Francia, Olanda e Belgio, dove il numero è doppio, ovvero oltre 10 ogni mille abitanti. Mentre addirittura la Germania arriva ad averne 13.»