Coronavirus Abruzzo: istituita l’Unità di crisi all’interno della Protezione civile

Bloccare l’arrivo del Coronavirus responsabile della malattia Covid-19 e, se arriva, isolarlo e tracciarlo. Infine, quando nemmeno questo fosse possibile, attivare tutte le procedure di emergenza per l’assistenza ai contagiati. Questo è lo scopo dell’Unità di crisi regionale per il Coronavirus.

L’unità di crisi è formalmente istituita all’interno della Regione Abruzzo con una delibera approvata mercoledì scorso, secondo quanto disposto dagli indirizzi operativi della presidenza del Consiglio dei ministri. Si cerca così di arginare con tutti gli strumenti possibili l’arrivo massiccio e diffuso del virus nella regione. L’Unità di crisi avrà il suo centro nella sede nella Sala operativa della Protezione civile regionale, all’Aquila, e potrà contare su specifiche figure professionali individuate tra i dipendenti regionali, coordinate dalla Protezione civile e dal dipartimento Sanità della Regione, e sarà guidata dal dirigente del servizio Emergenza e Protezione civile Silvio Liberatore. Il suo ruolo sarà anche quello di soggetto attuatore delle misure legate all’emergenza.

La Regione e la Protezione civile stanno inoltre potenziando la capacità delle strutture ospedaliere, in modo da fronteggiare un eventuale e improvviso aumento dei casi legati al contagio. Soprattutto per quanto riguarda le strutture per la terapia intensiva. Sarà potenziato all’Aquila, ad esempio, il grande container realizzato in occasione del G8 del 2009, mai smantellato, e che, ora, torna utile più che mai.

Al di là della fondamentale funzione che dovranno svolgere l’Unità di crisi per il Coronavirus e, in generale, la Protezione civile e le istituzioni, Regione in testa, è però di assoluta importanza la presa di coscienza collettiva sul rispetto dei buoni comportamenti da attuare in questa fase per evitare che il virus del Covid-19 si diffonda in regione, anche se ciò comporta un sacrifico, come quello di non assembrarsi in spazi ridotti ed evitare di mettersi in viaggio o, quanto meno, restare in casa una volta raggiunta la destinazione.

Ed è l’Istituto superiore di sanità a sottolineare l’importanza del rispetto del distanziamento sociale fra le persone nei luoghi pubblici:

Hanno lo scopo – sottolinea l’Istituto – di evitare una grande ondata epidemica, concentrato in un breve periodo di tempo iniziale che è lo scenario peggiore durante un’epidemia per la sua difficoltà di gestione. Le misure indicate dalle autorità quindi vanno seguite nella loro totalità.

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