Pescara piange Gaetano Novello

Pescara piange Gaetano Novello. Politico democristiano, fu sindaco di Pescara dal 1970 al 1971 e presidente del Consiglio Regionale dell’Abruzzo. Aveva 89 anni.

Funzionario della Coca Cola, è stato direttore dello stabilimento di Pescara, prima di dedicarsi alla politica, militando nella Democrazia Cristiana. Del capoluogo adriatico Novello fu dapprima consigliere comunale per tre legislature dal 1960 al 1975 e poi sindaco dal 21 ottobre del 1970 al 24 maggio del 1971; fu anche consigliere regionale dal 1975 al 1995, prima di assumere l’incarico di presidente del Consiglio regionale dall’11 giugno 1985 al 15 novembre 1988 e poi di assessore regionale all’industria al commercio e all’artigianato.

In tanti lo ricordano con messaggi di cordoglio.

Carlo Masci, sindaco di Pescara: “Gaetano Novello è stato un riferimento forte della città di Pescara. Ha fatto parte dei quella genia di politici gentiluomini che hanno permesso a Pescara di crescere ed espandersi, diventando quella che è. Il mio è un ricordo di grande affetto. Ho conosciuto Gaetano Novello personalmente: è stato un uomo di grande garbo e gentilezza. Il suo modo di distinguersi apparteneva alla generazione di politici di quel periodo storico che è stato la prima Repubblica e che ha segnato una generazione di politici che oggi viene rimpianta. In un momento in cui i funerali non possono essere celebrati per ragioni sanitarie, il Comune di Pescara manderà alla tumulazione il proprio gonfalone per presenziare la vicinanza della città alla famiglia e ricordare così un personaggio che è stato protagonista di Pescara. La mia vicinanza a tutta la famiglia.”

L’onorevole Giuseppe Quieti: “Un grande dolore per la scomparsa dell’amico Gaetano Novello e di un politico che da sindaco ha scritto la storia di Pescara e ha contribuito fattivamente alla crescita della Regione Abruzzo in qualità di presidente del consiglio regionale. Profondo cordoglio ai familiari e agli amici tutti.”

Marco Alessandrini, ex sindaco di Pescara: “Un signore della politica, sindaco e amministratore di lungo corso, ho appreso con dispiacere della scomparsa di Gaetano Novello. Pescara perde una memoria storica di anni di grandissimo fermento e sviluppo per il nostro territorio. Nel corso del mio mandato sindacale più volte ci siamo confrontati sulle questioni che più riguardavano la città e lui non ha mai fatto mancare proposte e consigli. Il mio abbraccio alla famiglia”.

Gianni Melilla (ex parlamentare): “Un politico democristiano di grande levatura culturale, un amministratore onesto e capace, un cattolico democratico di grande sensibilità sociale. Era di una generazione precedente alla mia, quella che ha innovato e fortificato l’economia abruzzese, puntando su un intenso sviluppo industriale e dando contemporaneamente massima attenzione alla qualificazione del suo sistema di welfare sociale. La sua apertura al cambiamento lo ha portato a dialogare proficuamente anche con chi esprimeva, come me, una cultura politica di sinistra. Mi ha dato tanti buoni consigli. Per lui ho un grande sentimento di gratitudine e di rispetto. Sono molto vicino al dolore dei suoi familiari. L’Abruzzo ha perso uno dei suoi figli migliori.”

Francesco Pagnanelli (Pd, ex presidente del Consiglio comunale di Pescara): “Pescara piange la scomparsa di Gaetano Novello, ex sindaco di Pescara e presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo. Un democristiano serio e colto, che negli anni della mia presidenza ho avuto modo di conoscere meglio per la sua narrazione della storia di Pescara. Un vero esempio di rappresentanza delle istituzioni”.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC: “Con Gaetano Novello perdiamo un protagonista della storia di Pescara e dell’Abruzzo. Un politico di spessore, che univa alla cultura politica la capacità di ascoltare i problemi della gente, di progettare e realizzare, di confrontarsi. Non è un lutto solo per la politica e le istituzioni ma per tutte le cittadine e i cittadini che condiderano importanti l’onestà, la competenza messa al servizio della comunità, la passione civile.

La Bcc Abruzzese  – Cappelle sul Tavo: “Oggi la Bcc Abruzzese-Cappelle sul Tavo perde un altro dei suoi padri: l’ex Presidente della Banca Adriatica di Credito Cooperativo, Dottor Gaetano Novello. Un gigante della politica Abruzzese, figura integerrima e grande manager. A lui si devono sei insediamenti COCA-COLA in Abruzzo e tanto altro. Ha insegnato alle nuove generazioni che si possono conseguire traguardi prestigiosi con stile e onestà. L’intera Bcc Abruzzese porge le più sentite condoglianze alla famiglia e alla dottoressa Flavia Novello.”

Sergio Di Sciascio: “Aveva doti umane, politiche e manageriali di primissimo livello”.

Il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri esprime il suo cordoglio e di tutta l’Assemblea legislativa regionale per la scomparsa di Gaetano Novello, ex Presidente del Consiglio regionale durante la IV Legislatura ed ex sindaco della città di Pescara. Nell’esprimere la vicinanza alla famiglia, Sospiri sottolinea come Novello abbia ricoperto un ruolo di primissimo piano nella storia politica della nostra regione e per questo suo considerevole contributo deve essere ricordato dalle presenti e dalle future generazioni di amministratori abruzzesi.

Luciano D’Alfonso, senatore ed ex presidente della Regione: “Con Gaetano Novello perdiamo l’ultimo esponente della classe politica dei padri che hanno accompagnato lo sviluppo di Pescara e dell’Abruzzo negli anni laboriosi e frenetici della prima repubblica. Nella Democrazia Cristiana era un esponente autorevole e riconosciuto a prescindere dal consenso che era in grado di esprimere dentro e fuori dal partito. L’autonomia intellettuale, la chiarezza di visione e la nettezza nelle posizioni e nei comportamenti lo rendevano un leader autentico che nessuno poteva permettersi di ignorare.
Il suo impegno civile ha conosciuto diverse stagioni che hanno accompagnato anche le evoluzioni del nostro paese, ma non è mai mutata l’intensità della sua passione tipica di quei grandi che non hanno mai inteso la politica come una dimensione tra le altre, ma come la cifra di un modo di intendere l’esistenza: quella di un operare al servizio di una visione generale in grado di fare sintesi tra le esigenze particolari.
Anche nell’ultima lunga stagione della sua vita, quella dell’abbandono della scena, la sua tensione politica ed etica non è mai venuta mai. Posso testimoniare, anzi, che in lui si era accresciuta nella volontà di intendere quanto accadeva nella comunità e di studiare i rimedi alle cose che non andavano, confrontandosi con i suoi interlocutori..
La signorilità del suo aspetto e dei suoi modi era divenuta l’espressione più emblematica di un alto sentire civile ed etico che esercitava una bella attrattiva su chiunque avesse la fortuna di incontrarlo e di ascoltarlo.
Perdiamo un maestro nella capacità pensare, di progettare, di militare, di testimoniare anche nel riserbo una visione tutta pubblica dell’impegno personale”.