Trignina inghiottita da fiume, strade colabrodo nel Vastese

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Iniziati i lavori sulla Trignina inghiottita dal fiume e chiusa al traffico al confine col Molise. Emergenza viabilità anche per altre strade colabrodo del Medio e Alto Vastese.

Proseguono gli interventi Anas per riaprire la Statale 650 di Fondo Valle Trigno chiusa tra gli svincoli di Mafalda e San Salvo/Montenero di Bisaccia, al confine tra Abruzzo e Molise. Tutto questo dopo che la piena del fiume Treste, causata dal maltempo di venerdì, ha eroso parte della scarpata e inghiottito un tratto di strada. Anas fa sapere che a protezione della struttura, non danneggiata dalla piena, sarà realizzata una scogliera in circa 15 giorni, sperando nella clemenza del tempo. Il viadotto in questione era stato inaugurato solo qualche anno fa e per un caso fortunato non si sono avute conseguenze più gravi su questo tratto trafficato della Trignina.

Ma anche altre strade del Medio e Alto Vastese sono ridotte vere e proprie mulattiere, una condizione che è stata acuita dall’ultima ondata di maltempo con frane e smottamenti che hanno ripreso vigore. Ieri mattina, paura per fortuna senza conseguenze, per una giovane di Lentella finita con la sua auto in una voragine che si è aperta sulla sede stradale della Provinciale 187, l’arteria alternativa percorsa dall’area Fresagrandinaria/Lentella verso la costa e viceversa, per evitare il tratto della Trignina chiuso alla circolazione.

La viabilità da queste parti è difficile ovunque, proprio in un snodo centrale di collegamento tra Abruzzo e Molise. Il sindaco di Lentella, Carlo Moro, parla di una situazione che va avanti da tempo, tra strade disastrate e il problema di frane e smottamenti propri di questi territorio. Amaro il commento di automobilisti e residenti. Se c’è chi paragona le nostre strade inaugurate da pochi anni e già malmesse agli acquedotti e ai ponti dei Romani sopravvissuti per secoli, c’è anche chi ricorre a una celebre frase di Bertold Brecht: tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono. Tant’è che più prosaicamente, i disagi sono tanti e la quotidianità  per automobilisti, residenti, pendolari e studenti diventa una strada in salita, lì dove la strada ci sia ancora naturalmente.