Pescara, morìa pesci: epidemia o tecnica di pesca?

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In attesa dell’esito delle analisi ufficiali dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, si fanno le prime ipotesi sulla morìa di pesci, in particolare cefali, lungo la spiaggia di Pescara.

La morìa di cefali lungo la spiaggia di Pescara ha sollevato preoccupazioni tra i cittadini che, trovandosi a passeggiare sulla spiaggia, hanno fotografato o filmato con i cellulari i pesci morti. Molti di loro hanno allertato il dottor Vincenzo Olivieri, veterinario della Asl e responsabile del Centro Studi Cetacei di Pescara, il quale ha avvisato a sua volta la Direzione Marittima che ha prelevato alcuni cefali morti per poi consegnarli all’Istituto Zooprofilattico di Teramo. La stessa Direzione Marittima invita i cittadini a evitare inutili allarmismi poiché la morìa potrebbe essere stata causata anche dalla cosiddetta “pesca a strappo”, tra l’altro vietata. Mimmo Grosso, presidente degli armatori di Pescara, ipotizza un surplus di pesce nella pesca volante a coppia (autorizzata), poiché talvolta, spiega Grosso, accade una pesca “miracolosa” di troppi cefali che fuoriescono dalla reti per poi finire sulla battigia.

Anche il direttore tecnico dell’Arta, Giovanni Damiani, invita alla cautela e ad aspettare l’esito delle analisi dell’Istituto Zooprofilattico. Pure lui ipotizza tecniche di pesca alla base della moria, ma non esclude una eventuale epidemia che ha colpito la specie, causata da uno stress del mare, magari da inquinamento ma, specifica Damiani, che nulla ha a che fare con la balneazione e non è pericolosa per l’uomo. Damiani spiega che non si tratta di un episodio raro e pone un’altra problematica, quella del riscaldamento del mare che ha favorito la presenza nell’Adriatico e nel Mediterraneo di specie “aliene”, quali, ad esempio, il pericolosissimo e tossico pesce palla, o alghe tossiche, quali la “Ostreopsis ovata” che, in alte concentrazioni, può risultare pericolosa anche per l’uomo. Insomma, i gas serra provocano l’innalzamento della temperatura dei nostri mari che vengono così “snaturati”. L’unica cosa da fare è rispettare il mare e l’habitat naturale, per evitare spiacevoli conseguenze sia per le specie ittiche che per l’uomo. Quanto alla morìa di cefali non resta che attendere l’esito delle analisi ufficiali dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo che potrebbero arrivare nel giro di qualche giorno o settimana.