Diretto’, già un anno che ci guardi da Lassù

E’ passato già un anno dalla scomparsa del nostro caro direttore Pasquale Pacilio. A 67 anni, dopo aver lottato contro la malattia, ci ha lasciati proprio oggi: quel 29 luglio del 2016.

È passato un anno. Un anno senza i tuoi “Buonasera, buonasera!”, le tue dirette fiume, il tuo modo di porti a chi ti guardava e ti ascoltava da casa come fossi un vecchio amico di famiglia che si affaccia a salutare da una finestra speciale quale la TV. È passato un anno da quando la malattia contro la quale avevi lottato come un lupo fieramente abruzzese, perché pur se non di nascita, abruzzese lo eri diventato, eccome!, ha vinto e ti ha portato via da qui ma non dai cuori e dai ricordi di chi ti ha voluto bene e ti ha stimato, come cronista e come persona. Caro Pasquale, caro Direttore, sei stato un esempio di come vivere la vita “hic et nunc”, qui e adesso, smorzando ogni inquietudine, ogni sovrastruttura superflua, trovando sempre una soluzione a un problema e rimproverandoci bonariamente quando per ogni soluzione trovavamo, invece, un nuovo problema. Eppure per tutti noi, eri quello che si poteva a buon diritto definire un “highlander”, uno di quegli invincibili al quale è difficile associare la parola “morte”.

Eppure sappiamo, retorica insegna, la morte far parte della vita e viceversa. Non è come si muore, ma come si vive a fare la differenza. E tu, la differenza, l’hai fatta fino all’ultimo: hai vissuto. Caro Diretto’ è che ci mancano le tue dirette fiume: noi inermi di fronte al tuo stare ore e ore instancabilmente davanti alle telecamere, ci manca il tuo immediato sederti in studio senza la benché minima scaletta, se non qualche agenzia, perché tu stavi sempre sul pezzo e volevi che anche i nostri telespettatori lo fossero. Sai in quanti ci fermano ancora e ci parlano di te, di quel modo di porsi sornione e genuino ma anche puntuale e lungimirante? Tu sapevi già cosa, in fondo, i nostri telespettatori volevano sapere. Sempre sul pezzo, nell’immediatezza di eventi da raccontare che nel bene e nel male hanno toccato o intaccato l’Abruzzo. Ti bastava un microfono e una telecamera e quei telefoni aperti che avvicinavano gli Abruzzesi alla TV degli e fatta dagli Abruzzesi. Pioniere dell’emittenza televisiva privata in Abruzzo, cronista, anchorman, conduttore, cantante, animatore, Pasquale Pacilio era e resta l’eclettico protagonista di una TV della e per la gente.

Grazie Diretto’ per i “cazziatoni”, i consigli, quel tuo modo accomodante di risolvere liti, beghe, che in ogni dove (ambienti di lavoro e nelle migliori famiglie compresi) non mancano mai. Ma guai a farti ora una agiografia. Scherza coi fanti e lascia stare i santi. E tu sei stato un… fante del piccolo schermo, sempre in prima linea perché la tua, in fondo, è sempre stata una missione. Alle luci della ribalta hai preferito quella della telecamera rossa e in onda. Ci manchi Pasquale, manca la tua empatia, il tuo innato modo di essere fatto per quello che hai sempre fatto. In tanti ti hanno voluto bene e apprezzato e se c’è chi non l’ha fatto, comunque non sei stato anonimo. “The show must go on”, d’accordo, ma quando si alza il sipario è l’assenza che si nota di più rispetto a tanti protagonisti presenti. Non crediamo che Lassù servano antenne e parabole e col telecomando in mano, spaziando qua e là tra gli scorci di questa vecchia cara Terra, trova il tempo, Pasquale, per soffermarti su questo angolo d’Abruzzo dove c’è una televisione che hai fatto crescere e conoscere, seguire e amare.

Grazie per quello che ci hai insegnato e per averci fatto capire che i protagonisti non siamo noi, ma le persone e le storie che raccontiamo. Un anno è passato quaggiù. Lì non crediamo il tempo abbia valore, ma quel 10 sul telecomando memorizzalo comunque. E in attesa di darci in anteprima qualche scoop piovuto dal cielo, ti immaginiamo su una nuvola con la tua bonaria ironia curiosare su ciò che quaggiù stiamo combinando.


Ciao Diretto’. Non dimenticarci. Ti aspettiamo, come sempre, alla prossima puntata…

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Antonella Micolitti: