Caso Gran Sasso: “Il commissario non serve”

Nominare un nuovo commissario straordinario non serve: per i Movimenti per l’acqua e il Forum H20 per risolvere il caso Gran Sasso – messa in sicurezza del tunnel e dei laboratori INFN – basta far rispettare le norme esistenti.

Un commissario peraltro c’è già stato, ricordano in una nota gli ambientalisti, che sottolineano come sia già stata fallimentare l’esoperienze del primo commissario.

“Angelo Balducci riuscì tra il 2004 e il 2008 a spendere oltre 80 milioni di euro senza risolvere nulla o quasi, come attestato oggi dai periti della Procura di Teramo. L’operazione ebbe come unico vero risultato tangibile quello di far scendere il silenzio sulle enormi criticità del sistema Gran Sasso, rimaste sotto traccia fino al riemergere dei problemi nel 2016, peraltro solo per un fortuito errore di comunicazione, con l’incidente del diclorometano. La Procura di Teramo recentemente ha chiesto a tutti gli enti di fare la loro parte. Non servirebbe alcun Commissario se tutti i soggetti coinvolti si adoperassero per fare il loro dovere applicando le loro competenze”.

Per esempio, sempre secondo il Forum, la Regione potrebbe approvare la Carta di Salvaguardia delle acque prevista dal 2006 e mai licenziata. L’INFN dovrebbe allontanare immediatamente le sostanze pericolose degli esperimenti LVD e Borexino e rinunciare a esperimenti incompatibili con le norme vigenti. Ma anche altri dovrebbero darsi da fare per ottemperare alle disposizioni vigenti:

“Lo Stato dovrebbe reperire le risorse richieste dalla Regione; i Vigili del Fuoco, il CTR regionale, le prefetture e il Ministero dell’Ambiente dovrebbero chiarire come sia possibile sostenere la sussistenza della sicurezza del sistema per il rischio di incidenti rilevanti (direttiva Seveso) rispetto a quanto emerso dall’inchiesta della Procura di Teramo e a quanto ammesso dalla stessa Regione, che chiede 170 milioni di euro per attuare quella messa in sicurezza che evidentemente non c’è. I commissariamenti in Italia e sul Gran Sasso si sono rivelati quasi sempre un fallimento senza risolvere alcunché. Non vorremmo che con il Commissario arrivino poi anche deroghe proprio a quelle norme poste a tutela di cittadini e ambiente che gli enti non riescono a far rispettare da anni, dall’Art.94 del D.lgs.152/2006 (Testo unico dell’Ambiente) sulle distanze delle sostanze pericolose dalle captazioni a quelle sulle procedure di Valutazione Ambientale per gli esperimenti dei Laboratori. Insomma, non vorremmo che il commissariamento sia solo il modo per mascherare l’incapacità degli enti di agire per altri 10 anni”.

IL SERVIZIO DEL TG8:

Marina Moretti: