In Corte d’assise a Chieti i periti confermano la tesi dell’accusa. La morte di Alina Cozac sarebbe avvenuta per asfissia da compressione del collo. A settembre la sentenza
Sono stati sentiti oggi in Corte d’Assise a Chieti i periti incaricati dal collegio giudicante, due mesi fa, di accertare le cause della morte di Alina Cozac, rumena quarantenne, che secondo l’accusa è stata strangolata dal compagno Mirko De Martinis perché lo voleva lasciare, con l’uomo che è sotto processo per omicidio volontario.
Per il medico legale Roberto Testi, direttore di medicina legale della Asl di Torino, e l’anatomo patologo Stefano Taraglio, la causa della morte della donna fu asfissia meccanica per compressione del collo, conclusione che di fatto conferma l’ipotesi dell’accusa.
Secondo i periti, inoltre, “le lesioni macroscopiche e microscopiche osservate durante l’autopsia a carico della regione del collo indicano una compressione estrinseca mentre, almeno per una buona parte di esse, non sono spiegabili solo come conseguenze delle manovre di rianimazione”.
La perizia, disposta dalla Corte, presidente Guido Campli, giudice a latere Luca De Ninis, si è resa necessaria per dirimere il contrasto tra i consulenti di parte a proposito delle cause del decesso, che secondo la difesa è attribuibile ad alcune patologie di cui la donna soffriva. E a proposito di queste, dal momento che proprio la difesa oggi in udienza ha introdotto nuovi argomenti sui rischi collegati alle patologie della Cozac , la Corte prima di decidere dovrà rivedere ciò che è stato acquisito nell’ulteriore istruttoria e sentire le conclusioni delle parti. Ha dunque fissato l’udienza per l’11
settembre prossimo.
Durante l’udienza di oggi ha reso spontanee dichiarazioni l’imputato ricostruendo la fase dei soccorsi nella abitazione, la notte in cui si verificò il decesso, soffermandosi a descrivere il massaggio cardiaco e la fase in cui la compagna sarebbe stata intubata. L’uomo, difeso dall’avvocato Michele Vaira, è agli arresti domiciliari. La pubblica accusa è rappresentata dal procuratore capo della Repubblica di Pescara, Giuseppe Bellelli, e dall’aggiunto Anna Rita Mantini. I quali, prima che venisse disposta la perizia, nell’udienza del 25 marzo scorso, per De Martinis avevano chiesto la condanna all’ergastolo. Le parti civili, ovvero i familiari della Cozac, sono assistiti dagli avvocati gli avvocati Fernando La Rovere, Valter Biscotti e Alessandra Lepri.
