Elezioni regionali: l’Abruzzo al centro della scena politica nazionale

L’Abruzzo continua a essere al centro della scena politica nazionale in vista delle elezioni regionali di domenica 10 marzo. Ultimi giorni di campagna elettorale con le dichiarazioni dei big politici

Carlo Calenda: alleato con Conte in Abruzzo perché candidato ottimo, ma non credo nel campo largo, non si governa così l’Italia.

«Perché sono alleato con Conte in Abruzzo? Lei pensi quanto deve essere bravo il candidato per farmi fare uno dei famosi campi larghi. In realtà il candidato è di una qualità straordinaria: ha rimesso a posto l’università di Teramo, è un liberale, ha messo a posto l’azienda dei trasporti. Questa è l’unica ragione, ed è la ragione per cui sosteniamo Occhiuto, che è un liberale moderato di centrodestra in Calabria». Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda al Tg2. «Credo che il campo largo non esista, neanche tra Pd e M5s», ha aggiunto. «Non credo che queste coalizioni riescano a governare l’Italia. Azione nasce per dare un’alternativa di voto a chi non lo crede. Poi se c’è un buon candidato per carità. Vale sempre per prima la competenza.»

Tommaso Foti: ottimi risultati nella sanità con Marsilio. È di famiglia abruzzese da sette generazioni.

«Il presidente Marsilio ha governato bene in questi 5 anni, ma soprattutto è stato eletto proprio in opposizione ai disastri che hanno combinato le sinistre in Abruzzo. L’esempio principale è la sanità che in quella regione era disastrata: con la presidenza Marsilio ci sono state 6 mila 500 assunzioni, 5 mila in più di quante ve ne fossero nel 2019; sono stati spesi 76 milioni per le liste d’attesa, recuperando il 97% delle liste aggiuntive del Covid; sono stati destinati 60 milioni di euro all’ospedale di Chieti, 120 milioni per quello di Teramo, è stata avviata la realizzazione di due nuovi ospedali per 388 milioni ad Avezzano, Vasto e Lanciano oltre alla nuova centrale operativa del 118 a L’Aquila. Se poi vogliamo analizzare l’abruzzesità di Marsilio, è di famiglia abruzzese da sette generazioni, quindi sono polemiche che lasciano il tempo che trovano». Lo ha dichiarato a Radio Anch’io il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti.

Stefano Bonaccini: serve qualcuno che aggreghi forze.

«Io credo che Sardegna insegna, e in Abruzzo è accaduto, che è evidente che per contrastare la destra servirebbe mettere insieme tutti coloro che vogliono essere alternativa alla destra. Non ci credo alle alleanze fatte solo per battere gli avversari ma è evidente, anche per un fatto matematico, che se vuoi essere alternativo alla destra più ti dividi o non riesci ad aggregare una coalizione, più sei debole e rischi di perdere anche laddove, come in Basilicata, ci sarebbero secondo me tutte le condizioni per tornare a vincere dopo qualche anno». Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e del Pd, ospite di 24 Mattino su Radio24.

Maurizio Lupi: al centrodestra non servono divisioni e distinguo. La sfida è governare, in Abruzzo c’è entusiasmo e vinceremo.

«In Sardegna ci siamo presi una bella sconfitta. In Abruzzo è un’occasione importante. Sento che c’è entusiasmo. In 5 anni è stato governato bene, e lo dico da abruzzese. Credo che vinceremo le elezioni. Le divisioni non servono, poi all’interno del centrodestra i distinguo non servono a nessuno. Per noi la sfida è quella di governare. Ma devo dire che l’unità del centrodestra non è in discussione». Così il capo politico di Noi moderati, Maurizio Lupi, ospite di Rtl 102.5.

Elly Schlein in Abruzzo: siamo come i nostri valori, antifascisti. Ci opponiamo a ogni tentativo di riscrivere la storia.

«Siamo contro ogni tentativo di riscrivere la storia. Oltre che impegnati per riscrivere le nostre proposte al fianco di Luciano D’Amico, siamo anche impegnati per i nostri valori. Che non possono essere che essere come noi, antifascisti”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein in occasione della sua visita alla discarica di Bussi, in provincia di Pescara, dopo aver ascoltato l’intervento del consigliere regionale dem Antonio Blasioli, che ha raccontato la storia del polo industriale di Bussi: «Fino al 1945 qui veniva prodotto il gas fosgene, un gas bellico, utilizzato da Mussolini in Etiopia», ha spiegato Blasioli.

Walter Verini, con Marsilio sono stati 5 anni pessimi.

«È umiliante che il governo in questi giorni si sia adoperato per annunciare soldi e finanziamenti per l’Abruzzo. Hanno avuto un anno e mezzo di tempo per fare le cose, invece fanno promesse alla vigilia delle elezioni. È un metodo inqualificabile». Lo ha dichiarato Walter Verini, senatore del PD, intervenuto oggi a “Il Timone” condotto dal direttore editoriale Daniele Biacchessi sulla FM di radio Giornale Radio.
«Con Marsilio sono stati 5 anni pessimi, credo che gli abruzzesi sentano che D’Amico sia la loro unica occasione di speranza», ha aggiunto Verini. «È una battaglia che si gioca sul filo, ma credo che ce la possiamo fare. Sarebbe un duro colpo duro all’arroganza di Meloni e del suo governo.»

Nazario Pagano: sono convinto che vincerà il centrodestra.

«Sono convinto che in Abruzzo vincerà il centrodestra, la partita è già chiusa. D’Amico è un’evidente sconfitta politica, perché il centrosinistra non esiste, è solo un’ammucchiata di sigle che a livello nazionale non è coerente ad alcun disegno politico. Non è un’alleanza per governare ma un cartello elettorale». Lo ha dichiarato Nazario Pagano, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia in Abruzzo, intervenuto oggi a “Il Timone” condotto dal direttore editoriale Daniele Biacchessi sulla FM di radio Giornale Radio. «Le parole di Verini? È una rappresentazione totalmente falsa. Dispiace che in campagna elettorale si cerchi di mistificare le cose e si raccontino balle così gigantesche», ha aggiunto Pagano. «Cinque anni fa in Abruzzo governavano loro, con un rappresentante politico che ha lasciato la sanità della regione in situazioni disastrose e drammatiche. Marsilio ha migliorato
le cose.»

Giuseppe Conte: se Marsilio perdesse sarebbe duro colpo per Meloni. Possibile che non trovino un abruzzese doc per guidare regione?

«Non direi proprio a rischio, ma sicuramente sarebbe un duro colpo per Giorgia Meloni. E per Fratelli d’Italia, perché l’Abruzzo è diventato un po’ il feudo di FdI, la succursale della sezione di Colle Oppio». Così il leader del M5S Giuseppe Conte risponde in un’intervista a Fanpage.it alla domanda su cosa accadrà se il centrodestra dovesse perdere l’Abruzzo. «Marco Marsilio è una persona fidatissima, è stato messo lì creando un sistema di potere direttamente ricollegabile al partito guidato da Roma. Ma proprio per imprimere una svolta, rispetto al grande e diffuso malcontento che c’è in Abruzzo, noi per prima cosa abbiamo pensato: è possibile su 1.300.000 abruzzesi non è possibile affidare la guida del governo regionale a un abruzzese doc? Possibile che non ci sia una persona seria, competente e
capace? Ecco, questa persona noi l’abbiamo trovata in Luciano D’Amico. Quindi, per rispondere al malcontento diffuso in materia di sanità, di infrastrutture ,di protezione delle bellissime risorse naturali, abbiamo pensato di costruire un nuovo progetto ed affidarlo a un abruzzese. L’Abruzzo, agli abruzzesi.»

“Marsilio? Fortunatamente votano solo gli abruzzesi, non i giornalisti, se cinque anni fa è andato bene, e se andrà bene anche domenica, dove sia nato penso interessi poco”. Interviene così Matteo Salvini sulla querelle relativa alla più o meno ‘romanità’ del presidente uscente di centrodestra della Giunta abruzzese. “I governatori poi vengono spesso a Roma, Zaia e Fontana per esempio. E’ il loro lavoro vedere spesso i ministri, Quindi decideranno gli abruzzesi e decideranno per il centrodestra”, ha chiuso.

“Il centrodestra si è diviso molte volte, dopodiché, è vero che loro si ammucchiano; un vicepresidente sta con Navalny e l’altro con Putin e vanno avanti lo stesso, loro galleggiano sull’Italia così com’è, non hanno problemi di cambiare qualcosa. Noi abbiamo invece il problema di cambiare qualcosa cominciando dall’Abruzzo. Cari abruzzesi, sta passando un treno che non potete perdere, avete un presidente candidato che è una meraviglia”. Sono le parole dell’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, giunto stamani a Lanciano (Chieti) per la campagna elettorale del candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Abruzzo, Luciano D’Amico. Al teatro Fenaroli c’era anche Giovanni Legnini, già sottosegretario a Palazzo Chigi, ex vicepresidente del Csm, attualmente Commissario straordinario per la ricostruzione di Ischia.

“Registro un clima nel quale si può vincere”. Lo ha detto il presidente del Partito Democratico, Stefano Bonaccini, che nel primo pomeriggio a Chieti ha incontrato in un bar del centro, alcuni candidati, oltre a esponenti locali del Pd, impegnati per le elezioni regionali del prossimo 10 marzo in Abruzzo. “Io venni qui a fare la campagna elettorale nel 2014, si vinse, è vero che c’era la destra in condizioni abbastanza problematiche per usare un eufemismo, c’erano i 5 stelle in grande ascesa però si percepiva che vincevamo – ha aggiunto Bonaccini – Le foto che vedo non so se le vidi anche allora. Decisive saranno le ultime ore, chi torna a votare che non è stato, o chi viene convinto se è un po’ deluso. Il centro sinistra storicamente vive più della destra questo dilemma del rimuginare, interrogarsi, autoflagelarsi: ecco, qui invece si respira sorrisi, convinzione, entusiasmo, voglia di superare, scavalcare, è il miglior clima possibile questo per provare a farcela”.