Eremi per l’Unesco

Il Parco della Majella  rafforza l’iniziativa  per richiedere all’Unesco il riconoscimento degli “eremi celestini e rupestri della Maiella e del Morrone” quale Patrimonio dell’Umanità.   Dal 2 al 6 maggio 2016  grande evento all’Aurum della Pineta di Pescara.

Dopo aver sviluppato l’idea progettuale incentrata sulla conoscenza e sulla valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale del complesso Majella-Morrone, con la costituzione di un apposito comitato con l’obbiettivo di avviare la procedura per la richiesta all’Unesco del riconoscimento degli “Eremi Celestini della Majella e del Morrone” quale Patrimonio materiale dell’Umanità, è andato oltre ampliando il numero degli Eremi coinvolgendo anche quelli Rupestri  e dando forza al  percorso “Sentiero dello Spirito”, su cui il Parco della Majella ha investito in termini di valorizzazione. Quindi, partendo da Pietro Angelario, detto Frà Pietro da Morrone poi, Papa Celestino V,  centrale nella vicenda, il discorso si allarga a tutto il complesso Majella-Morrone.  Un personaggio che, vissuto nel 1200, non può essere considerato un personaggio di secondo piano, perché fu il Papa che rifiutò il compromesso con il potere temporale. Un personaggio, però, che in Abruzzo e soprattutto nel complesso Majella-Morrone ha lasciato dei profondi segni e dei grandi legami con il territorio.  Immerso nei meandri di questi due complessi montani, immerso nel verde della natura ancora oggi incontaminata, Pietro da Morrone ci ha lasciato i suoi “Eremi”.  Luoghi della meditazione e testimonianza di una religiosità ancorata al territorio, fatta di raccoglimento, grande spiritualità ed eremitismo. Oggi all’iniziativa di richiedere all’Unesco il riconoscimento degli Eremi Celestini precedentemente individuati quale Patrimonio dell’Umanità, e cioè quelli di S. Spirito a Maiella, S. Bartolomeo in Legio, S. Giovanni all’Orfento, S. Onofrio al Morrone e S. Pietro al Morrone si aggiungono altri Eremi appartenuti all’Ordine dei celestiniani e molti altri Rupestri come ad esempio  gli eremi di

  1. Maria la Morrone, Santa Maria de Cripris, S. Onofrio di Serramonacesca, S. Liberatore a Majella, Madonna dell’Altare, S. Michele di Pescocostanzo, S. Michele di Pescocostanzo, S. Martino in Valle di Fara S. martino, S. Angelo di Lama dei Peligni ed altri. Centrale resta in questo percorso La Badia Morronese a Sulmona. Edoardo Micati nel 1990 in “Eremi e luoghi rupestri della Maiella e del Morrone” ha scritto che … “…fin dai tempi antichissimi culti e rituali di religiosità popolare, santuari rupestri, pievi, grotte animate da monaci itineranti, eremiti e fedeli hanno espresso ed esprimono il sacro legame dell’uomo con la natura ed hanno documentato e documentano che l’Abruzzo è terra di monachesimo, di eremi e di abbazie montane”. E Daniela Bianco nella sua pubblicazione “Sui passi di Celestino V”, ha scritto: “Qui pregò Celestino V insieme a tanti altri monaci che vissero, videro e percepirono il disegno del Creatore nella pace e nella maestosità della natura montana abruzzese. Qui, dove il vento sembra il respiro del mondo, anche noi uomini del duemila possiamo fare la pace con il creato (…) La Maiella, dunque, con il suo Parco è una preziosa risorsa ambientale, che custodisce valori umani, spirituali ed artistici di grande prestigio e sacralità, proprio per le reliquie di un mondo che non c’è più”. Ora è giunto il momento di valorizzare un patrimonio che appartiene a tutto l’Abruzzo: gli Eremi Celestini e Rupestri,  di grande importanza, fascino e suggestione sia sotto l’aspetto religioso che storico-culturale ed ambientale. Si tratta di un progetto che deve coinvolgere tutte le realtà abruzzesi interessate ad uno sviluppo sostenibile della nostra regione e alla salvaguardia del patrimonio storico-culturale e identitario del nostro territorio. Per parlare di questa grande iniziativa dal 2 al 6 maggio 2016 presso l’Aurum di Pescara si terrà un grande evento dal titolo: “IL SENTIERO DELLO SPIRITO” Gli eremi celestini e rupestri della Majella e del Morrone: DAL MEDIOEVO A PATRIMONIO DELL’UMANITA’.

 

Fabio Lussoso: