Coronavirus e spiaggia, operatori balneari pronti a ripartire

Quest’estate andremo al mare? In molti, in vista dell’inizio della stagione estiva si pongono il quesito. Con la pandemia del Covid 19 ancora in corso, la stagione delle vacanze è ancora in bilico, ma in alcune regioni tra le quali anche l’Abruzzo i lavori per la manutenzione degli stabilimenti balneari sono già iniziati.

Al mare si potrà andare ma in sicurezza. Sarà necessario adottare alcune precauzioni come il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine, e l’igiene delle mani. Ha fatto molto discutere e soprattutto sorridere la proposta di realizzare delle gabbie in plexiglass per proteggere i vacanzieri da possibili contagi.

Sull’ argomento è intervenuto al Tg8 il Coordinatore Nazionale della CNA Turismo-Balneari, Cristiano Tomei il quale ha sottolineato che la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e Media Impresa ha stilato un apposito documento per far ripartire il settore malgrado le difficoltà dell’emergenza sanitaria da covid-19. Tomei ha ricordato che la pandemia ha compito in maniera drammatica l’intero settore del turismo marittimo e le attività degli stabilimenti balneari.

Quando la situazione emergenziale in atto si sarà stabilizzata, ha aggiunto Tomei, si potrà ipotizzare una graduale riapertura delle attività economiche tra le quali anche gli stabilimenti balneari. A causa del Coronavirus i turisti saranno in stragrande maggioranza connazionali. Pertanto la CNA ritiene indifferibile, l’emanazione di una

In questo contesto CNA ritiene che il settore balneare, insieme a tutte le attività della filiera del turismo marittimo, potrebbe rappresentare un primo volano importante per far ripartire la spesa turistica del settore, che in tempi di normalità ha messo in movimento – nel solo territorio nazionale tra giugno e settembre del 2019 – oltre 29 milioni di viaggiatori domestici tra vacanze con pernottamento ed escursioni di una sola giornata.

Questi numeri sono destinati a scendere qualora la riapertura delle attività, seppur graduale dovesse slittare oltre il mese di giugno. In questo caso, la situazione drammatica del settore turistico e in particolare di quello balneare risulterebbe ancora più difficile, oltre le ragionevoli

aspettative, in caso di una ripartenza fortemente posticipata della stagione turistica estiva. Il turismo balneare alla luce dell’emergenza Covid-19

Per quanto attiene dipendenti, addetti e fornitori risulteranno di estrema importanza e utilità le linee guida condivise da CNA tra le Parti sociali, sotto la regia del Governo, per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID 19 negli ambienti di lavoro.

E’, altresì, fondamentale che il Governo individui, nei tempi più rapidi possibili, le modalità più opportune –con una tempistica certa- per favorire la ripresa di questo settore e che consentano la riapertura, nelle condizioni di massima sicurezza oltre che peri lavoratori e i fornitori, anche per i clienti dei pubblici esercizi e degli utenti delle attività connesse agli stabilimenti balneari.

E’, altresì, fondamentale un’indicazione unica di carattere nazionale che abbia valenza contemporanea su tutto il demanio marittimo per consentire ai titolari delle imprese la manutenzione e l’allestimento delle strutture balneari e delle annesse spiagge.

Il complesso coordinamento di queste misure di sicurezza consentirà di definire una strategia per l’uscita progressiva dalla fase emergenziale e per la convivenza con il Covid-19, con l’individuazione dei criteri da adottare al fine di iniziare ad allentare le restrizioni, sia per gli spostamenti individuali, sia per la graduale riapertura delle attività di produttive e di quelle connesse alle articolate attività del settore balneare.

CNA, attraverso il proprio manifesto “Ricominciamo da noi”, ha richiesto misure forti e straordinarie per superare l’emergenza sanitaria ed economica provocata dal coronavirus tutelando salute, livelli di reddito e tessuto produttivo; definire un percorso chiaro e ordinato per la “riapertura”, e un progetto per offrire una visione del futuro dell’Italia con riforme e interventi per rimuovere le criticità strutturali di cui soffre il Paese. Tra le misure urgenti indicate nel Manifesto, quelle per il sostegno alla liquidità e per la sospensione dei tributi locali. L’emergenza, inoltre, deve rappresentare un’occasione per una radicale opera di semplificazione burocratica e snellimento normativo. Inoltre, soprattutto in questo momento di grave incertezza per il turismo, per quello balneare è necessario dare immediata e piena attuazione in tutti i comuni costieri italiani dell’estensione fino al 2033 delle attuali concessioni demaniali marittime in attuazione a quanto disposto nei commi 675 e seguenti, all’art. 1 della legge bilancio 2019 (l.145/2018).

Norma ancora largamente inattuata nella maggior parte dei comuni costieri italiani, necessaria per dare un orizzonte certo alle imprese del settore almeno per i prossimi 15 anni. Norma necessaria da attuare nell’immediato per dare possibilità alle imprese del settore di programmare investimenti nel momento della piena ripartenza, una volta superata l’emergenza sanitaria.

L’incertezza sulla durata del titolo concessorio stava già incidendo negativamente, prima dell’inizio della diffusione del Covid-19, sulle relazioni commerciali con istituti di credito e  Il turismo balneare alla luce dell’emergenza Covid-19 fornitori impedendo di fatto di effettuare nuovi investimenti con conseguenti pesantissime ripercussioni anche sull’indotto. Inoltre, tale incertezza – in assenza della piena applicazione dell’estensione fino al 2033 – sta creando ulteriori problemi in questa fase emergenziale, per i titolari delle imprese balneari che hanno necessità di chiedere liquidità alle banche per programmare i lavori necessari di

manutenzione e di allestimento delle strutture e delle spiagge asservite anche in ordine all’applicazione delle inevitabili misure di sicurezza per la prevenzione della diffusione del contagio.

Ai costi per l’implementazione delle suddette misure necessarie anche per evitare la ripartenza del virus, si aggiungono i costi fissi per le attività obbligatorie stabilite dalle ordinanze di settore, quali la pulizia delle spiagge, il salvamento e la prevenzione della vita umana in mare, la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture che incideranno fortemente sul bilancio aziendale per l’inevitabile drastica riduzione degli incassi dovuta ad una verosimile ridotta e parziale offerta dei servizi connessi allo stabilimento balneare.

Le istanze di CNA Balneari

CNA Balneari ritiene indifferibile

  1. l’emanazione, con urgenza, di una circolare interministeriale contenente indicazioni alle Amministrazioni competenti per la piena applicazione, su tutto il territorio costiero nazionale, della disposizione di Legge relativa alla durata delle concessioni vigenti a tutto il 2033;
  2. la previsione di una riduzione dei canoni demaniali e l’abolizione della relativa imposta regionale sugli stessi. La non applicazione dei moltiplicatori O.M.I. per i cd. Canoni pertinenziali, già non sostenibili per centinaia imprese del settore, applicati ai manufatti di difficile rimozione;
  3. modalità e tempistiche certe – nei tempi più rapidi possibili- per la riapertura dei pubblici esercizi e delle attività connesse agli stabilimenti balneari;
  4. un’indicazione unica di carattere nazionale che abbia valenza contemporanea su tutto il demanio marittimo per consentire ai titolari delle imprese la manutenzione e l’allestimento delle strutture balneari e delle annesse spiagge;
  5. l’introduzione di un bonus vacanze per le famiglie italiane, utilizzabile in Italia e spendibile in tutte le attività legate alla filiera turistica per far ripartire la spesa turistica anche del settore balneare;
  6. una fase di Governance, per la ripartenza del settore, attraverso i tavoli istituzionali che possano monitorare tutte le fasi del processo, per condividerne con le imprese del settore le strategie e la messa in pratica delle azioni e delle misure necessarie.

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Fabio Lussoso: