Sabatino Trotta si è tolto la vita dopo l’arresto

Sabatino Trotta si uccide dopo l’arresto. Il dirigente del Dipartimento di Salute Mentale della Asl di Pescara era accusato di corruzione. La Procura di Vasto ha aperto un fascicolo sull’accaduto.

Il primario si è ucciso nella notte intorno alle ore 23:30 nel carcere di Vasto. E’ morto malgrado l’intervento della polizia penitenziaria e dei medici del 118. Trotta, che si è suicidato poche ore dopo il suo arresto, aveva 55 anni ed era originario di Castiglione a Casauria e risiedeva a Spoltore. Dirigeva il Dipartimento di Salute Mentale e nel 2019 si era candidato alle elezioni regionali con Fratelli d’Italia. La Procura di Vasto ha aperto un fascicolo sull’accaduto.

Il primario era stato portato da Pescara a Vasto, in quello che è ormai il centro di accoglienza dei nuovi arrestati, per trascorrere il previsto periodo di quarantena, pur essendo lui – come medico – già vaccinato. La procedura è uguale per tutti. Ovviamente la quarantena, per sua stessa natura, deve svolgersi in isolamento, di norma a questo tipo di detenuti vengono affiancati altri che li aiutano a superare il trauma del primo ingresso introducendoli alla vita carceraria.

“Trotta era sorvegliato a vista regolarmente, tanto che quando è stato trovato era ancora in vita, seppure in condizioni disperate. Ricordo anche che, per questioni di privacy, i detenuti non possono essere sottoposti a video sorveglianza con le telecamere, funzione affidata dunque alla ronda di turno. Nei colloqui normalmente precedono la carcerazione, Trotta non avrebbe dato alcun indicatore di rischio suicidario, evidente però che essere emotivamente attrezzati per il carcere non è così semplice. Gianmarco Cifaldi, Garante dei detenuti, raggiunto telefonicamente dal TG8, esprime il suo profondo dolore per quanto accaduto e si dice vicino al dolore della famiglia, alla quale va riservato il massimo rispetto”.

“Le indagini hanno preso il via nell’estate 2020 anche a seguito di alcune segnalazioni interne alla Asl giunte per comportamenti volti a turbare illecitamente lo svolgimento della gara pubblica dell’importo di oltre 11 milioni indetta dall’Asl di Pescara, il cui iter si sarebbe concluso in pieno periodo di emergenza pandemica. Il proseguimento dell’appalto avrebbe portato la cifra iniziale di 11,3 milioni a oltre 17”.

Così ha spiegato, ieri mercoledì 7 aprile in conferenza stampa, il comandante regionale Abruzzo della Guardia di Finanza, Gianluigi D’Alfonso, illustrando la genesi dell’inchiesta della Procura di Pescara che ha portato all’arresto di tre persone per reati contro la pubblica amministrazione, in particolare corruzione, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti.

Secondo gli inquirenti, il dirigente del Dipartimento di Salute Mentale della Asl, Sabatino Trotta, aveva svolto funzioni di pubblico ufficiale nella gara, in quanto, oltre ad aver predisposto il capitolato tecnico, aveva scelto i nominativi dei tre esperti del settore nominati membri della commissione giudicatrice, persone a lui strettamente collegate, personalmente e professionalmente, per poi condizionarli al fine di garantire al consorzio l’attribuzione del massimo punteggio riconosciuto per le offerte tecniche presentate.

“Con il determinante apporto del medico, il Consorzio e la Cooperativa vincevano – si legge nel dispositivo del giudice – la gara d’appalto, stipulando con l’Asl di Pescara un contratto di servizi, di durata quadriennale, del valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, riconoscendo somme di denaro e regalie di varia natura (gioielli, orologi e beni tecnologici), al Dirigente medico e ai membri della commissione di gara”. Oltre ai tre arrestati ci sono sei indagati.

Assieme al dirigente del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Pescara, sono stati arrestati gli imprenditori e dirigenti aziendali Domenico Mattucci 50 anni di Lanciani e Luigia Dolce 44 anni di Pescara, e risultano indagati i dirigenti medici Antonio D’Incecco; 58 anni di Pescara; Anna Rita Simoni 45 anni, nata all’Aquila residente a Sulmona, Cooperativa sociale “La Rondine” di Lanciano. Il Gip Di Nicola Colantonio ha inoltre iscritto sul registro degli indagati anche la cooperativa La Rondine.