Taxi in Aeroporto, al lavoro per definire i turni. Pescara critica Marsilio

Con un provvedimento amministrativo il Presidente della Giunta Regionale, Marco Marsilio, pone fine alla guerra dei taxi tra Pescara e Chieti all’ Aeroporto d’ Abruzzo.

Il presidente Marsilio, esercitando il potere sostitutivo e ascoltando il parere della commissione consultiva regionale appositamente istituita, ha firmato il decreto che definisce i criteri di riparto degli spazi di stazionamento taxi all’interno dello scalo aeroportuale. I posti disponibili sono dieci: il decreto stabilisce che otto spetteranno al Comune di Pescara e due al Comune di Chieti. Sarà compito dei Comuni, in intesa tra loro, approvare una disciplina uniforme del servizio aeroportuale, attraverso l’adozione di un regolamento e di tabelle tariffarie comuni.

“Ringrazio il Presidente Marsilio, del cui partito mi onoro di far parte” commenta l’assessore di Chieti Carla Di Biase “che, dopo aver ascoltato attentamente le problematiche riguardanti la vicenda, insieme all’ufficio competente, si è messo subito al lavoro per arrivare a una conclusione che riconosce un diritto soggettivo per troppo tempo negato agli operatori di Chieti”. “Sarà mia premura” continua Di Biase “mettermi al lavoro insieme all’ufficio attività produttive e all’assessore Giuseppe Giampietro, affinché con il Comune di Pescara si decidano le modalità e le turnazioni per l’avvicendamento degli operatori”.

Il Servizio del Tg8:

Pescara: il disappunto del sindaco Carlo Masci sulla scelta di assegnare due posti agli operatori della città di Chieti. In un comunicato stampa si legge:

“In riferimento al decreto regionale n. 55 del 9 agosto con il quale il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio ha assegnato gli stalli all’interno dello scalo aeroportuale di Pescara, il Sindaco Carlo Masci sottolinea il suo disappunto per la scelta di assegnare 2 posti agli operatori della città di Chieti Tale scelta, sottolinea il sindaco Masci, seppur assunta nell’alveo di un quadro normativo apparentemente lineare, consente ai tassisti teatini di utilizzare lo stallo aeroportuale e di acquisire, oltre ai viaggiatori che scendono nello scalo pescarese,  anche clientela sul territorio comunale di Pescara, circostanza assolutamente vietata dalla legge. Tale assegnazione pertanto non risolve in alcun modo quel dissidio che da decenni vede contrapposto il  Consorzio dei Tassisti di Pescara  e gli operatori teatini .

Il Sindaco Carlo Masci, in accordo con tutti i capogruppo di maggioranza –  Vincenzo D’Incecco (Lega), Zaira Zamparelli (FLI), Roberto Renzetti (F.I.), Berardino Fiorilli (Amare Pescara), Adamo Scurti (Pescara Futura), Massimiliano Pignoli (U.d.C.) –  stigmatizza pertanto tale decisione scaturita dopo la conferenza dei servizi indetta dal Comune di Chieti, l’ENAC, SAGA e Regione Abruzzo. Una decisione ritenuta assolutamente inadeguata per addivenire a una corretta risoluzione del problema e disinnescare quella tensione che contrappone gli operatori all’interno dello spazio aeroportuale e che ha visto in passato anche episodi di aggressioni verbali e fisiche.

Confida pertanto in un percorso diverso che tenga presente la dimensione urbanistica della Città di Pescara, nella quale confluiscono la gran parte dei percorsi che partono dall’Aeroporto Liberi e in una regolamentazione precisa che impedisca ai tassisti di Chieti di poter utilizzare l’area della clientela pescarese”.

Il vicepresidente del Consiglio comunale di Pescara Berardino Fiorilli commentando la firma del decreto con cui il Presidente della Regione Abruzzo Marsilio ha assegnato le postazioni taxi all’interno dello scalo aeroportuale, 8 ai pescaresi e 2 a Chieti, provvedimento firmato lo scorso 9 agosto, ma reso noto solo oggi, scrive in un comunicato stampa:

“L’aver assegnato ben due postazioni taxi fisse a Chieti all’interno dell’aeroporto di Pescara è stato un grave errore da parte del Presidente Marsilio che, purtroppo, non ha compreso di aver favorito un ‘cavallo di Troia’. Quella presenza, oggi avallata dalla Regione Abruzzo, causerà sovrapposizioni del servizio, ingerenze, confusione tra i clienti che, una volta atterrati, avendo bisogno di un mezzo per raggiungere la propria meta, non possono preoccuparsi di capire la differenza tra un taxi pescarese o meno, e soprattutto determinerà una concorrenza sleale difficilmente controllabile.
Avevamo chiesto al Governatore Marsilio di aprire una riflessione collettiva e approfondita, prima di assumere qualunque decisione di merito, inviandogli, peraltro, anche un ordine del giorno votato in tal senso dal Consiglio comunale di Pescara. Purtroppo tale riflessione non c’è stata e oggi ci ritroviamo con un decreto sbagliato che, con molta probabilità, verrà nuovamente impugnato al Tar dai tassisti pescaresi.
Appena a fine luglio scorso abbiamo affrontato la problematica nel corso di una seduta della Commissione Mobilità ricordando che il servizio taxi svolto all’interno dell’aeroporto è da anni causa di forti polemiche e scontri verbali all’interno della categoria. Scontri determinati soprattutto dall’ingerenza dei tassisti di Chieti che rivendicavano stalli fissi all’interno dell’area aeroportuale per poter prelevare, a detta loro, i clienti di Chieti e portarli a casa. Voci di corridoio già avevano anticipato l’ipotesi di ripartizione dei 10 stalli taxi presenti in aeroporto, assegnandone 8 ai tassisti pescaresi e 2 ai tassisti di Chieti, fermo restando che Teramo e L’Aquila avevano già espresso il proprio disinteresse al servizio e il Comune di San Giovanni Teatino non ha più licenze taxi.

Tale ipotesi però è stata subito rigettata dalle rappresentanze sindacali dei tassisti di Pescara per una ragione molto semplice, ovvero: sino a oggi un tassista di Chieti già poteva svolgere il proprio servizio, ossia poteva trasportare sin dentro l’aeroporto un cittadino di Chieti che doveva prendere un aereo o, al contrario, poteva già attendere in aeroporto un cliente di Chieti che atterrava per riportarlo a casa. Dunque il servizio, così come previsto dalla normativa, è stato sempre svolto senza il bisogno di avere uno stallo fisso. Oggi le due postazioni fisse assegnate, invece, rischiano di diventare un ‘cavallo di Troia’, ovvero la presenza fissa, al di là delle buone intenzioni o delle belle parole, non impedirà delle ingerenze da parte del tassista di Chieti che, trovandosi dinanzi a un cliente che ha bisogno del servizio, potenzialmente potrà caricarlo indisturbato sul proprio mezzo anche per raggiungere mete diverse da Chieti stessa, generando una concorrenza sleale oltre che un servizio illegittimo. E purtroppo le possibilità sono elevate visto che, a conti fatti, è vero che l’aeroporto di Pescara serve al 99 per cento Pescara e provincia. Ed è un errore ridurre la polemica a una sterile guerra di campanile: qui non si tratta di far prevalere una città sull’altra, ma di far rispettare le regole non creando lo spazio per possibili equivoci o libere interpretazioni della norma. E il decreto numero 99 del Presidente Marsilio, peraltro, scarica ora tutto il problema sul Comune di Pescara che, come previsto nel documento, ‘dovrà far rispettare il principio di territorialità’. Che significa ipotizzare la presenza fissa ogni giorno di almeno una pattuglia della Polizia municipale all’interno dell’aeroporto incaricata di controllare la destinazione di tutti i clienti
dei taxi, al fine di verificare che i tassisti di Chieti prestino servizio esclusivamente per i clienti diretti a Chieti e così per quelli di Pescara.

È evidente che si tratta di una pretesa assurda, che però dovremo a questo punto obbligatoriamente garantire per tutelare i lavoratori pescaresi e soprattutto per scongiurare scontri ben più gravi all’interno dello scalo, memori di quanto accaduto in passato. Ovviamente esprimo amarezza per una scelta politica del Governatore Marsilio che ha evidentemente ignorato la proposta di approfondimento arrivata dal Comune di Pescara, non ha ritenuto di convocare né i nostri assessori, né i consiglieri, né tantomeno la categoria stessa, ma ha firmato a occhi chiusi un decreto che, temo, anche questa volta verrà impugnato dinanzi al Tar creando una nuova evitabile, scontata e spiacevole scia giudiziaria a una vicenda dalla soluzione in realtà fin troppo semplice. La posizione assunta dal vertice della Regione Abruzzo nei confronti di Pescara non ci è piaciuta, non ci piace l’assenza di confronto, di dialogo, non ci piace la penalizzazione pesante dei tassisti pescaresi, che potranno continuare a contare sulla mia presenza, al loro fianco, in quella che si annuncia come una lunga battaglia amministrativa. Nel frattempo chiedo ufficialmente che, con l’entrata in vigore del Decreto, ci sia una task force della Polizia municipale che garantisca controlli severi, rigorosi e puntuali su tutto il territorio per sanzionare pesantemente eventuali abusi”.