L’Aquila, elezioni. Cialente: “La disfatta colpa della litigiosità Pd”

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Un voto di protesta contro i volti e nomi del centrosinistra, un crollo annunciato, sotto la spinta della crisi dei partiti del centrosinistra in Europa, ma anche un segnale che arriva dal popolo degli elettori abruzzesi .

Così Massimo Cialente – ex sindaco dell’Aquila e candidato al Senato per il collegio uninominale L’Aquila-Teramo – interpreta la sconfitta annunciata della colazione alle elezioni politiche.

Un’interpretazione che suona come un esame di coscienza, da cui occorre ripartire dopo il risultato disastroso delle elezioni per il Pd, mentre è ancora in bilico un’altra pedina fondamentale del Partito democratico: quella dell’ormai ex senatrice Stefania Pezzopane candidata alla Camera.

Si sapeva che non avremmo preso nessuno dei collegi uninominali. La mia stessa candidatura è stata di servizio, perché si deve dare anche l’esempio al momento in cui crolla tutto. Noi abbiamo fatto una scelta come modesto gruppo cuperliano di reggere dal referendum in poi. Un crollo annunciato che ha il caos internazionale alla base: in Spagna sono spariti i socialisti, la Socialdemocrazia è in crisi in Europa, perché non c’è stata risposta alle congiunture internazionali. Tutti i partiti che hanno governato in Europa hanno perso, persino la Merkel in Germania. Vincono i populismi, ma grave è che vincono soprattutto i protezionismi e i sovranismi. Siamo gli unici in Europa a essere antieuropeisti.

Uno scenario internazionale che si riflette anche in Abruzzo.

Il nostro è un voto fortemente meridionale, che vede la forza del M5s sulla costa e l’arrivo della forza del centrodestra, spinta, però, dalla Lega. Un profondo voto di protesta che indica stanchezza nei confronti del centrosinistra. Non abbiamo saputo dare risposte ai giovani sulle incertezze del futuro, la sinistra ha guardato soltanto il proprio ombelico.

In bilico anche l’elezione dell’ex senatrice Pezzopane.

Io spero di no, altrimenti non so proprio chi seguirà questo territorio. Noi ci abbiamo messo la faccia con tutti, siamo stati sul pezzo sempre. La regione ha seguito 116 crisi aziendali e occupazionali con il vicepresidente Giovanni Lolli, che ha risolto quasi tutto. Enorme poi il lavoro fatto per i crateri sismici, ma alle persone non interessa più. Io prendo rispetto ai voti della coalizione, all’Aquila città circa 1.300 voti in più. Un rifiuto anche delle nostre figure, anche quella dello stesso presidente della Regione Luciano D’Alfonso, perché rappresentiamo la mancanza di risposte. Non è vero che ho sentito dire che ‘non siamo stati in mezzo alla gente’. Io penso di essere stato anche troppo fra la gente. Il problema è che non siamo in grado, come nel resto d’Europa, di tracciare un futuro.

Per Cialente c’è anche un’altra analisi da fare: l’eccessiva litigiosità del Partito democratico che ha portato alla distruzione dall’interno della forza politica.

Mentre grandina, nevica e c’è bufera, anziché chiudersi in casa tutti insieme per capire come poterci scaldare e superare la bufera, i nostri leader – a tutti i livelli – hanno smontato il tetto litigando. Come nel film “La Guerra dei Roses”, in cui moglie e marito cominciano a litigare, smontano tutto e alla fine si ammazzano. Cosa che noi del centrosinistra all’Aquila, invece, abbiamo fatto: io ho la coscienza apposto, l’ho detto più volte, anche con la mia candidatura provocatoria a segretario comunale del Pd, che nasceva dall’esigenza di dover cominciare a parlare di cose e non di persone.

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