Teramo: morte Giulia Di Sabatino, genitori protestano davanti al Tribunale

A Teramo protesta davanti al Tribunale della mamma di Giulia Di Sabatino contro la chiusura delle indagini per la morte della 19enne di Tortoreto, deceduta nel 2015 dopo essere precipitata da un cavalcavia sull’A14.

Meri chiede giustizia e verità per la scomparsa prematura della figlia, morta la notte tra il 31 agosto e il 1° settembre del 2015, dopo essere caduta da un cavalcavia sull’A14. Non si dà pace la mamma di Giulia Di Sabatino, che quella fatidica notte in cui avrebbe dovuto festeggiare il suo compleanno, perse la vita in un modo misterioso, lasciando una scia di dubbi ancora da risolvere.

È per questo che questa mattina la mamma della 19enne tornerà a far sentire la propria voce come già fatto in passato, con un sit-in di protesta davanti al Tribunale di Teramo, chiedendo che venga respinta la decisione della procura di chiudere le indagini a carico dei tre indagati per la morte di Giulia.

Le archiviazioni del caso Di Sabatino sono due, a cui l’avvocato della famiglia, Antonio Di Gaspare si è opposto, chiedendo e ottenendo dal gip del tribunale di Teramo, Domenico Canosa, che fossero disposte ulteriori indagini per chiarire le cause misteriose della tragica morte della ragazza.

La 19enne di Tortoreto morì precipitando da un viadotto dell’autostrada A14 nella notte tra il 31 agosto 2015 (giorno del suo compleanno) e la mattina del 1° settembre. Il suo corpo fu dilaniato dai mezzi in transito sull’autostrada, ignari del corpo della giovane riverso sull’asfalto, a causa del buio.

Quella fatidica notte Giulia Di Sabatino, terminato alle 23 il suo turno di lavoro in un ristorante, tornò a casa per cambiarsi e festeggiare il proprio compleanno con gli amici. La serata invece si concluse nel più tragico dei modi.

“Verità e giustizia per Giulia Di Sabatino”, si legge nei cartelli di protesta del sit-in. “Un padre e una madre hanno diritto di sapere il motivo per cui è stata archiviata l’indagine senza nessuna spiegazione. Che fine hanno fatto tutti i punti dubbi per i quali abbiamo combattuto per quattro anni e per i quali il giudice ha ritenuto di riaprire per due volte le indagini? Vorremmo sapere: 1. perché l’ultimo messaggio sul cellulare di nostra figlia è stato consegnato in Procura dopo quattro mesi; 2. chi ha oscurato la telecamera; il filmato che ci avete consegnato era privo di orario e data e completamente grigio; 3. chi ha dato l’ordine di lavare il corpo e gli indumenti di Giulia, nonostante ci fosse un’indagine in corso; 4. perché i ragazzi che sapevano della morte di Giulia sin dalla mattina (risulta da alcune ammissioni fatte negli interrogatori), non sono stati interrogati in maniera approfondita; 5. chi è questo ragazzo della Panda rossa? Tutti sanno che tipo di vita conduce; nonostante ciò è stato tutelato fino al ritrovamento del suo Dna; 6. come mai il corpo è stato recuperato dopo sei ore dalla segnalazione”.