Abruzzo, la situazione della Aree Naturali Protette

Abruzzo, la situazione delle Aree Naturali Protette.  La Società Consortile De Rerum Natura interviene sulla situazione delle aree naturali protette in Abruzzo. L’estate del 2017, caratterizzata in Abruzzo e in Italia da un clima rovente e torrido, passerà alla storia come uno dei peggiori anni per l’insieme delle aree protette.

Incendi devastanti continuano ogni giorno a bruciare migliaia di ettari di praterie delicate di alta quota, boschi vetusti e ampie aree di natura protetta lasciando ormai inermi e stanchi i pochi addetti ai lavori specializzati e gli ormai rari volontari che cercano di impegnarsi per spegnere le fiamme incontrollate. Un attacco continuo e volgare al ricco patrimonio della biodiversità regionale e nazionale, afferma il presidente De Rerum Natura Fernando Di Fabrizio, che spesso mette a rischio l’incolumità dei residenti, dei luoghi e perfino degli operatori. Mentre nel Trentino si abbatte senza alcun motivo logico, con un’ordinanza pubblica, un meraviglioso esemplare di Orso, nei Parchi dell’Appennino l’assalto ingiustificato di bracconieri e inquinatori, turisti occasionali armati di fornacelle e contenitori di plastica che il vento disperde dappertutto, sembra voler avviare una nuova triste stagione dell’Abruzzo Regione “Grigia” d’Europa. Una lotta impari che gli addetti alla gestione delle riserve e dei parchi naturali non riescono più a contrastare per la forte domanda di natura incontaminata che presto diventa contaminata e distrutta, sotto gli occhi di tutti. Eppure il ricco sistema delle aree protette regionali vantava oltre ai tre Parchi Nazionali, il Parco Regionale le due aree marine protette e 25 Riserve Regionali, anche 40 Centri di Educazione Ambientale, alcuni musei naturalistici e una decina di Orti botanici formalmente istituiti con leggi regionali a cui però da alcuni anni sono state completamente azzerate le poche e uniche risorse finanziarie. Eppure le aree protette regionali costituiscono un patrimonio pubblico di notevole importanza per la loro diffusione nell’ambito regionale con una ricchezza di biodiversità unanimemente riconosciuta in ambito europeo con eccellenze che da poco ne hanno determinato l’inclusione tra i beni ambientali tutelati dall’Unesco. La gestione di queste aree protette, in particolare le Riserve Naturali Regionali, sin dall’origine si è connotata dall’accoglimento da parte dell’ente pubblico delle numerose risorse culturali ed umane, spesso presenti in cooperative, enti e associazioni, disciplinate dal dettato della legge regionale n° 38 del 1996.

La recente nascita della Società Consortile “De Rerum Natura” ha un’impronta certamente inclusiva: pur attenendosi alle regole del proprio statuto e di quanto tracciato dai soci fondatori, la società ha come obiettivo il coinvolgimento degli altri soggetti che ne condividono l’humus culturale sul quale è germinata. I soci fondatori sono le cooperative Cogecstre di Penne (PE), l’associazione Ambiente è Vita Abruzzo Onlus, Daphne di Anversa degli Abruzzi (AQ), Clematis di Martinsicuro (TE), Sagrus di Rosello (CH), Alisei di Penne (PE), Gallero di Penne (PE), Samara di Penne (PE), L’Arca di Montebello di Bertona (PE), il Centro Studi sugli Abeti Mediterranei (CISDAM) di Rosello (CH), Res.Gea (CH), la Società SILVA di Rosello (CH). Le attività della Società sono finalizzate alla realizzazione di un nuovo servizio legato alla cultura ambientale, al superamento delle insularità disciplinari, alla creazione di modelli di governance e management multilivello e interistituzionali, alla strutturazione di modelli di educazione ambientale co-responsabilizzata, a favorire sistemi di aggregazione funzionale fra Enti-Associazioni-Stakeholders, alla salvaguardia del territorio e della biodiversità, alla promozione turistica, alla riattivazione dei processi economici agricoli e forestali, alla manutenzione del territorio, ai laboratori artigianali, agli allestimenti museali, all’inclusività sociale e di accoglienza, alle attività di start-up legate ed alla promozione di singole località o addirittura della Regione stessa negli eventi nazionali o europei, hanno messo a confronto un gruppo di strutture imprenditoriali. Un programma di azioni condivise, di apertura verso le tante opportunità dell’Europa, di confronto imprenditoriale ed operativo, di consolidamento di un’immagine forte dell’Abruzzo (terra di aree protette), di ricerca e innovazione capace e di dialogo con altri mondi della ricerca (università, centri studi, strutture pubbliche). Una visione strategica ed inclusiva aperta alla collaborazione di altri soggetti che condividono gli obiettivi statutari affinchè sia possibile contrattualizzare un nuovo patto sociale fra operatori, per riuscire ad offrire le giuste risposte gestionali in un quadro di equilibrio funzionale fra tutela e la valorizzazione. In questa ottica è nato il progetto “Le Porte dei Parchi” che ha visto concorrere all’Avviso dei POR FESR sulle aree protette ben 5 comuni gestori di riserve naturali distanti tra loro ma uniti dalla volontà di provare a uniformare la gestione operativa di un progetto condiviso. Si tratta delle riserve naturali regionali del Lago di Penne, Borsacchio, Monte Salviano, Grotte di Luppa e Grotte di Pietrasecca rispettivamente dei comuni di Penne, Roseto, Avezzano, Sante Marie e Carsoli. Oggi più che mai bisognerebbe unire le forze per combattere tutti insieme, Parchi e Riserve, Comuni e Regione, Associazioni e Cooperative, Forze dell’Ordine e volontari quei nemici “invisibili” che apparentemente agiscono da lontano ma nella realtà, spesso nascosti dall’anonimato, sono più vicini a noi di quanto non riusciamo ad immaginare, mentre continuano imperterriti a distruggere, ogni giorno, un tassello del meraviglioso mosaico del paesaggio mediterraneo abruzzese. A grandi linee possiamo dividere l’Abruzzo protetto in tre aree orizzontali, la fascia alta che comprende le montagne, i grandi parchi e le riserve interne. Si tratta della maggior parte del territorio, ricco di specie animali e vegetali, dove si assiste da anni alla riduzione antropica della popolazione a vantaggio della fascia costiera, dove invece è concentrata, in una fascia piuttosto piccola, la maggior parte della popolazione umana regionale. Nel piano base da San Salvo a Roseto insistono una decina di aree protette formalmente istituite tra cui la Riserva di Punta Aderci a Vasto, l’Area Marina Torre del Cerrano e poco più a nord il Borsacchio riserva naturale regionale. In questa linea costiera si rende assolutamente necessario, in base alle richieste di natura intatta da parte di migliaia di cittadini residenti in numerosi nuclei urbani che spesso hanno invaso il litorale stesso, un nuovo progetto di rete che si sta cercando da anni di avviare nell’intera fascia adriatica, senza riuscirci a pieno. Nel prossimo futuro bisognerebbe pianificare azioni di “utile concertazione” per il bene della rete costiera delle aree protette. L’altra fascia, quella collinare interessa importanti e storiche riserve naturali come quelle del Lago di Penne Penne, Calanchi di Atri, Lago di Serranella dove la popolazione antropica si è stabilizzata in antichi borghi medioevali e dove bisognerebbe lanciare un nuovo importante progetto finalizzato alla tutela della Collina abruzzese che ancora conserva i caratteri tipici del territorio in equilibrio tra la natura e le attività antropiche. Dunque tre aree, quella interna meglio conservata, costiera piuttosto compromessa da un’urbanizzazione eccessiva e infine collinare dove proporre un nuovo modello di eco sviluppo. Le aree protette rappresentano in ogni caso un vero “filo di Arianna” capace di unire senza divisioni nel grande progetto della Biodiversità per combattere cambiamenti climatici e azioni antropiche distruttive per un futuro sostenibile.

 

 

Fabio Lussoso: